Asl, il Cd si sfila dalla riforma del Pd. Ma la discussione è rinviata a lunedì

Sulle Asl da commissariare, il Centro Democratico, quinto partito del centrosinistra per peso elettorale, prende le distanze dal Pd.

Il Centro Democratico, che nella maggioranza in Regione è il quinto partito (su 11, per peso elettorale), si sfila dalla proposta di legge sul riordino delle Asl. Il testo normativo è quello protocollato giovedì scorso dal capogruppo del Pd Pietro Cocco, una bozza di riforma che sta agitando Consiglio e Giunta. Roberto Desini, che in Aula guida il partito e fa parte della commissione Sanità, oggi ha ritirato la propria firma dalla proposta di legge, e l’ha fatto anche a nome dell’altra consigliera Anna Maria Busia. Quanto basta per capire che nel centrosinistra le acque restano agitate. Ogni eventuale accordo è comunque rinviato a lunedì, visto il lutto che ha colpito il presidente Francesco Pigliaru (nella notte è morta la madre).

Il Cd, dunque, prende le distanze dalla riforma Cocco che all’articolo 3 prevede di istituire l’Azienda per le emergenze e le urgenze (Areu), un centro unico del pronto soccorso. Il capogruppo del Pd l’ha chiarito anche ieri: “Si tratta di una proposta aperta a tutte le modifiche, noi abbiamo tracciato un canovaccio su cui avviare la discussione nella coalizione”. Ma Desini ha preferito marcare meglio le differenze, non fosse altro che nel programma elettorale di Pigliaru è allegata la proposta di riforma fatta dal leader regionale del Cd, il deputato Roberto Capelli, e che prevede la riduzione delle Asl da 8 a 3 più l’istituzione del Centro unico di acquisto.

Desini precisa: “Ho firmato la proposta di Cocco perché erano in corso dei ragionamenti sulla revisione del sistema sanitario che, tra l’altro, è uno dei capisaldi del nostro programma elettorale. Forse c’è stata un po’ di leggerezza da parte mia nella lettura del testo, ma i commissariamenti vanno contestualizzati all’interno di un complessivo riordino del sistema sanitario regionale. Così com’è costa troppo”. Oggi quella bozza è stata illustrata dettagliatamente nella commissione Sanità: relazione affidata a un altro pd, Gigi Ruggeri, che ha contribuito a scrivere il testo insieme al presidente del Consiglio Gianfranco Ganau (sua l’idea di istituire Areu).

Il dato politico è che la riforma Cocco sta unendo il Pd come non mai. Il capogruppo è un soriano; Ruggeri fa parte dell’area Letta, Ganau è da sempre vicino all’area Cabras e al segretario regionale Silvio Lai. E questo un po’ anche in chiave anti-Pigliaru, dal momento che il governatore non ne vuole sapere di moltiplicare le Asl. Con l’Areu, infatti, si arriverebbe a 12, contando le due Aziende miste e il Brotzu.

In mezzo ai due fuochi si è ritrovato l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, che ieri ha smentito di aver minacciato le dimissioni martedì sera, dopo aver portato in Giunta la proposta di riforma dichiarata irricevibile dal presidente della Regione. Ma proprio la linea Pigliaru, fondata su taglio delle poltrone, riduzione dei costi e razionalizzazione dei servizi, sembra prevalere in maggioranza. Almeno tra i piccoli della coalizione, i quali non si vogliono esporre alle critiche dell’elettorato istituendo una nuova Azienda. E oltre al Cd, ci sono Sel, RossoMori, Partito dei Sardi, Psi, Upc, Idv-Verdi, La Base e iRs.

Conclusa illustrazione della bozza normativa, la commissione Sanità è stata sospesa, ma Raimondo Perra, il presidente socialista, non ha ancora deciso quando riconvocarla. È certamente prevedibile che venga fatto prima un passaggio informale in maggioranza, come nel vertice organizzato lunedì’ mattina, quello in cui gli alleati del Pd hanno chiesto di poter scegliere la metà dei futuri commissari. E lì è scoppiato il primo scontro.

Resta il fatto che varare una riforma è l’unica strada per cambiare i vertici delle Asl. Ovvero, i general manager nominati dal centrodestra e contro i quali la Corte dei Conti ha puntato il dito per gli eccessivi costi. In un solo anno, nel 2013, dai 2,9 miliardi inseriti nel bilancio regionale di previsione, le Aziende sanitarie sono passate a 3,090, grazie a una leggina salva Asl votata in Consiglio dall’allora maggioranza di centrodestra. Così facendo, i direttori sono stati sollevati dalla responsabilità del disavanzo e per questo il centrosinistra non li può mandare a casa prima che scada il contratto. A meno che, appunto, non si opti per il riordino del settore.

Da ieri, intanto, Tiziana Ledda, un funzionario della Regione nell’area Legale, è il nuovo commissario dell’Agenzia regionale per la Sanità. Prende il posto del direttore generale Giorgio Pisu, nominato nella passata legislatura dall’Udc e dimissionario qualche mese fa. La Ledda non resterà in carica più di tre mesi, è scritto nel decreto firmato dal presidente Pigliaru.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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