Ancora intimidazioni ai politici locali: minacce al vicesindaco di San Teodoro

Non si fermano in Sardegna le intimidazioni contro gli amministratori locali. Dopo i casi di Dorgali e Cardedu in Ogliastra, questa volta nel mirino è finito Alberto Melinu vicesindaco di San Teodoro, area centrosinistra con un passato in Rifondazione Comunista. Secondo quanto riporta La Nuova Sardegna, nelle scorse ore, quando manca un anno alle prossime elezioni comunali,  a Melinu sarebbe stata recapitata una lettera minatoria nella quale gli viene intimato di non presentare la  propria candidatura. Preoccupazione dal parte del sindaco, Domenico Mannironi, che ha parlato di lettera mafiosa: “Sono molto preoccupato per questo ultimo scorcio di legislatura e per il clima che si sta creando per le elezioni del prossimo anno – ha dichiarato il primo cittadino all’Ansa – detto questo, ho cercato di dare coraggio ad Alberto dicendogli che deve andare senza farsi intimidire”. Situazioni con cui gli amministratori sono spesso a convivere e a San Teodoro non è la prima volta che accade: “Le lettere anonime purtroppo fanno parte della vita amministrativa di questo comune – ha aggiunto – io stesso nella mia precedente legislatura da sindaco negli anni novanta ne sono stato oggetto. Ma la lettera recapitata ad Alberto è velenosissima e va ad inquinare la sorgente della democrazia. È una missiva molto circostanziata e ricca di dettagli sulla vita privata e pubblica, fa davvero spavento. Cerco di dargli coraggio e di dirgli che in democrazia devono essere i cittadini a decidere gli amministratori, ma lui è davvero provato”.

Per il sindaco Manninori si tratta di una situazione “complicata” tanto che si azzarda a dire che Melinu “voglia terminare la sua esperienza politica”. Ieri nel corso di un consiglio comunale il sindaco e tutto il consiglio hanno espresso solidarietà al vice sindaco e assessore al Bilancio: “San Teodoro è un paese fortunato pieno di bellezze paesaggistiche e naturalistiche, siamo la seconda meta italiana e meta europea e mondiale delle vacanze – prosegue Mannironi – Ma è anche un paese egoista calcolatore per i tanti interessi che ci sono. Così i cittadini non partecipano alla vita pubblica, basti pensare che la squadra di calcio non trova un presidente e l’associazione di volontariato Croce bianca sta morendo – osserva il primo cittadino – Se non torniamo ai valori importanti, alla disponibilità, alla pazienza in luogo dell’invidia e dell’egoismo, saremo un paese destinato ad avere grossi problemi in futuro e a vanificare così la fortuna che abbiamo avuto di nascere in un posto del genere”.

Su questo tema, il Consiglio regionale ha approvato, all’unanimità, una mozione sugli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. “È la dimostrazione che questa assemblea respinge con fermezza ogni forma di violenza e si impegna a mettere in campo tutte le azioni a tutela del delicato e complesso ruolo degli amministratori locali che ogni giorno svolgono un lavoro fondamentale a servizio della cittadinanza”, osserva il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. Ricordando che la Sardegna è una delle regioni d’Italia, in relazione alla densità degli abitanti, con il più alto numero di attentati contro gli amministratori locali, Pais ribadisce la “ferma condanna e la massima solidarietà nei confronti delle vittime e delle loro famiglie”. Discuterla, e poi approvarla all’unanimità, era un atto dovuto e un segnale preciso: il Consiglio regionale è contro ogni intimidazione e solidarizza totalmente con le vittime degli attentati, con le loro famiglie e con le forze dell’ordine sempre in piena linea”.

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