Terapia intensiva Covid, la denuncia: ‘All’ospedale Marino 8 posti inutilizzati’

Otto. Sono i posti letto di Terapia intensiva al Marino di Cagliari, l’ospedale di Ortopedia trasformato dalla Regione in centro Covid per fronteggiare la pandemia. Ma adesso viene fuori che quei posti di Rianimazione, presenti nel palazzone affacciato sulla spiaggia del Poetto, non sono operativi. Eppure la Sardegna è stata declassata in fascia arancione anche per lo sforamento della soglia di sicurezza nell’occupazione dei letti in Terapia intensiva (oltre ai troppi focolai nelle Rsa e ai dati sui contagi spediti in ritardo al ministero della Salute). La denuncia sulla situazione al Marino porta la firma di Cesare Iesu, presidente regionale di Aaroi Emac, l’associazione che raccoglie i medici anestesisti-rianimatori, di cui il dottore-sindacalista è anche il numero due nazionale.

Dunque a tre giorni dalla inaugurazione del maxi reparto da trenta posti a Sassari (struttura inattiva perché senza medici e infermieri i posti letto sono semplici materassi), ecco un’altra sorpresa della sanità sarda in tempo di Covid. Iesu spiega tutti i dettagli, destinati a diventare un caso nelle stesse ore in cui la Giunta di Christian Solinas, con l’assessore Mario Nieddu nei panni del front man, continua a fare la voce grossa contro Roma e minaccia ricorsi per il declassamento dell’Isola in zona arancione.

Al Marino di Cagliari ci sono sette anestesisti-rianimatori. Ovviamente in base alla legge 109 del 1988, quella che fissa la quota obbligatoria di personale sanitario per ogni reparto (è il cosiddetto ‘Standard ospedaliero’), con quel numero di medici i posti letto operativi potrebbero essere quattro. la metà di quegli esistenti. Ma tuttavia nemmeno i quattro si possono utilizzare perché mancano del tutto i dodici infermieri previsti dalla stessa legge 109. I quali sono stati trasferiti tutti. O per assistere gli infetti nelle stanze dei ricoveri Covid ‘ordinari’ o al Santissima Trinità, sempre per la cura del virus. Su un singolo blocco da otto posti letto, la legge 109 prevede il reclutamento di 12 medici e 24 infermieri.

Il paradosso del Marino vale questo quadretto dell’assurdo: “I sette anestesisti-rianimatori – denuncia Iesu – sono impiegati per fare consulenze nei reparti Covid non intensivi”. In buona sostanza monitorano l’andamento della malattia nei pazienti ricoverati ma non intubati. “In più – spiega ancora il presidente di Aaroi Emac – si occupano delle urgenze nella Camera iperbarica, ugualmente chiusa per l’assistenza ordinaria in seguito alla trasformazione del Marino in centro Covid”.

Le urgenze della Camera iperbarica significano assistenza delle embolie e delle fasciti necrotizzanti, ma anche cura delle persone con intossicazione da monossido di carbonio. “I sette anestesisti-rianimatori – continua Iesu – devono seguire inoltre l’Unità spinale“. Ma di certo non hanno in capo nessuno dei sette posti (più uno) di Terapia intensiva, su cui adesso si attende una spiegazione da parte della Regione e della Assl di Cagliari. Con un obiettivo: aiutare i sardi a farsi un’idea su cosa sta succedendo nell’Isola con la gestione della pandemia. Perché il conto non torna: se in fretta e furia si inaugura il maxi reparto a Sassari, poche ore dopo il declassamento in zona arancione, c’è un motivo. Una ragione che la Giunta non ha spiegato ai cittadini. Tiene nascosta. Invece andrebbe resa pubblica.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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