L’Rt a 0,97 – quindi sotto quell’1 che sembrava assicurare alla Sardegna la permanenza nella zona gialla – non basta più: da domenica 24 gennaio tutta la regione diventa zona arancione. Adesso c’è l’ufficialità, che arriva direttamente da Roma. Ad annunciare l’ingresso dell’Isola nel gruppo con rischio maggiore di quello attuale è il ministro della Salute, Roberto Speranza, che firmerà nelle prossime ore la nuova ordinanza sulla nostra Isola.
Erano settimane che la Sardegna sembra a filo con un declassamento nel gruppo con restrizioni più severe. Ma alla fine i parametri non erano mai così gravi da spostare l’Isola nella fascia successiva. Stavolta, però, nessuna salvezza: i dati sono in peggioramento, come ha certificato ieri la Fondazione Gimbe nel suo report settimanale: i casi di positività ogni 100mila abitanti sono saliti da 1.007 a 1.036 nel giro di un sette giorni, facendo segnare un aumento del 4,6 per cento. In crescita pure l’occupazione dei posti letto nelle Terapie intensive: adesso la Sardegna è al 31 per cento, un punto sopra la soglia massima fissata al 30. Si aggiunga che, stando al bollettino sanitario diffuso come ogni giorno dall’Unità di crisi regionale, il tasso di positività è quasi raddoppiato nel giro di ventiquattro ore. Dal 3,97 per cento al 6.
LEGGI ANCHE: Sardegna declassata in zona arancione: ecco le regole anti-Covid da rispettare
In giornata si capirà quali sono i parametri che hanno fatto spostare l’Isola nel gruppo arancione. E soprattutto sarà l’occasione per accertare se le responsabilità sono delle cattive pratiche dei cittadini oppure della politica. Oppure un po’ e un po’. Sotto Capodanno era scoppiato un ‘caso Sardegna’, perché l’Ats, l’Azienda per la tutela della salute guidata dal commissario Massimo Temussi, non stava trasmettendo i dati sui tracciamenti dei positivi. Tanto che l’Istituto superiore di sanità, che per conto del ministero della Salute stila ogni settimana il report sulla curva dei contagi nelle singole regioni, aveva bacchettato il management.
Oggi il presidente della Regione, Christian Solinas, l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, e lo stesso Temussi, hanno l’obbligo di spiegare ai sardi cosa è successo. Parallelamente Roma dovrà dare dettagliate indicazioni sui parametri che hanno fatto scattare il declassamento dell’Isola. Anche perché da queste informazioni dipende il contributo che i cittadini possono dare per un rapido reingresso della Sardegna nella fascia gialla. Fa certamente effetto che la Sardegna, praticamente libera da Covid all’inizio dell’estate, si ritrovi adesso abbastanza infognata e costretta a nuove restrizioni. Un cambio di scenario che la politica ha il dovere di spiegare ai sardi.
Al. Car.
(@alessacart on Twitter)