La Sardegna non rinuncia a insistere con il Governo con l’obiettivo di ottenere un passo indietro e ritornare così in zona gialla. L’assessorato regionale alla Sanità sta preparando il dossier da consegnare all’ufficio legale della Regione per poter promuovere il ricorso contro la decisione di Roma di classifficare l’Isola in zona arancione sino al 7 febbraio. Una scelta definita dallo stesso governatore Christian Solinas “paradossale”, fatta proprio mentre l’amministrazione ha inaugurato 30 posti letto in terapia intensiva all’AoU di Sassari (per cui servirà anche il personale)e mentre altri quattordici sono già pronti a Cagliari, nella struttura Covid del Binaghi. Il consigliere del ministro Speranza proprio oggi ha assicurato che i provvedimenti durano quindici giorni e non ci sono possibilità che venga rivisto il colore da attribuire all’isola, ma la Regione non ci sta è punta sul ricorso.
Il rischio “alto” che ha fatto finire la Sardegna in zona arancione è proprio legato, tra le altre cose, al superamento della soglia del 30% (di un punto percentuale, 31%) dei posti occupati in terapia intensiva tra l’11 e il 17 gennaio. Ma attualmente, secondo l’ultimo rapporto Agenas, quella percentuale è calata al 24%. Sulla questione dati sono divampate le polemiche politiche. In particolare, si sono chiesti alcuni esponenti dell’opposizione, se l’incremento delle terapie intensive fosse stato comunicato prima, sarebbe cambiato qualcosa? L’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha già chiarito che “il dato sulle nuove terapie intensive lo abbiamo inviato sabato, quando sono state aperte. Prima non era possibile“.