“Banda ladra”, la villa di Tenaglia restaurata con le mazzette. A sua insaputa

Pubblico ministero: “Allora, questi assegni?”
Tenaglia: “Nel modo più assoluto non so, ma nel modo più…! Ma poi io mi facevo dare assegni per mano indiretta? Cioè io avrei detto a Piga: ‘Dammi ‘sti soldi’, oppure avrei detto a Tracucci, perché ho letto che Tracucci è andato… ‘Dai i soldi a Tracucci per conto mio?’ Non lo so io, io”.
Pubblico ministero: “Sì o no?”
Tenaglia: “No! Assolutamente no! Io in trentasei anni di direzione lavori non ho mai chiesto né ricevuto e mai concusso nessuno. E non ci ho manco pensato!”.
Pubblico ministero: “Gizzi Nicola lei lo conosce?”
Tenaglia: “Assolutamente no. Assolutamente no.

Il 10 giugno 2015, “alle ore 10.35 circa”, Nicola Tenaglia guadagna il “piano terzo” del palazzo di Giustizia di Cagliari e nella stanza 29 incontra il pubblico ministero Emanuele Secci. Ovvero il titolare dell’inchiesta sulle presunte mazzette per la realizzazione della rete internet a banda larga in Sardegna (leggi). Tenaglia è l’ingegnere della Infratel – società del ministero per lo Sviluppo economico che sovrintende al progetto – finito alla sbarra per truffa, falso, frode nelle pubbliche forniture e concussione: per l’accusa, incassate diverse pagnuttelle (tangenti, ndr) avrebbe tra le altre cose chiuso più di un occhio su lavori fatti in totale discrepanza con i progetti originali. E dovrebbe anche spiegare come mai un subappaltatore sardo (che lui doveva controllare) abbia staccato due assegni finiti poi in Abruzzo, patrio suolo di Tenaglia: il primo, da 5mila euro, nelle mani di tale Nicola Gizzi. Il secondo, di 2mila euro, viene incassato da Francesco Vassolo. È il titolare di un’impresa che ha ristrutturato una villa ereditata da Tenaglia a Vasto Marina. A staccare l’assegno è il proprietario della Moviterra, una delle ditte che ha eseguito lavori di scavo per la posa della fibra ottica. Si chiama Stefano Piga e, con le sue rivelazioni, ha fatto scattare l’inchiesta.

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L’assegno da 2mila euro staccato da Piga e incassato da Francesco Vassolo

E Tracucci? Presto detto: il project manager e direttore dei lavori per conto della Imet SpA, che nel 2007 si aggiudica dalla Infratel di Tenaglia il primo lotto per la realizzazione della rete a banda larga. Valore totale: 7,2 milioni di euro. Tra le ditte che per conto della Imet di Tracucci lavoreranno in subappalto c’è anche la Moviterra di Stefano Piga. Che lavorava per essere pagata e pagava per lavorare, sostiene l’accusa.

Piga dice di aver ‘versato’ a Tenaglia oltre 80mila euro, documentandone 18mila (“Voleva solo contanti, difficilmente tracciabili”, dirà alla GdF e confermerà al Pm). Di certo è riuscito a ‘rifilare’ due assegni a Tracucci che, dopo gli accertamenti della Guardia di Finanza, racconteranno una storia interessante. Questa.

Il 2 maggio 2008 Stefano Piga firma due chèque e li consegna a Tracucci “senza indicare data e beneficiario – scrivono in un’informativa gli agenti del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Cagliari, coordinati da Nicola De Benedictis – così come era stato richiesto”.

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L’assegno da 5mila euro versato da Nicola Gizzi nel conto della moglie, Nicoletta Palmieri

L’assegno da 5mila euro, scrivono le Fiamme gialle, risulterà poi incassato e versato nella filiale del Credito cooperativo della Valle del Trigno di San Salvo (Chieti) da Nicola Gizzi. Beneficiario: la moglie, Nicoletta Palmieri. Gizzi dirà di non ricordare chi gli avesse dato l’assegno e Tenaglia, durante l’interrogatorio, dirà di non sapere chi sia Gizzi. Quello da 2mila euro invece viene incassato l’8 maggio da Francesco Vassolo. Vale a dire il titolare della ditta che “ha fatto la struttura” della villa di Nicola Tenaglia in via Monevecchio a Vasto Marina, come ha dichiarato Tenaglia al Pm Secci.

“È una coincidenza?”, chiede il pubblico ministero. E Tenaglia: “Non lo so se è una coincidenza, però…”. Secci: “È in grado di spiegarla? No?”. E Tenaglia: “Vassolo Francesco è intimo amico, mi è stato presentato come intimo amico da Luciano Tracucci, come persona affidabile ed in effetti, devo essere sincero, con me è stato estremamente cordiale e corretto”. In pratica, Tenaglia sarebbe una sorta di ‘utilizzatore finale’, all’oscuro del fatto che una parte della ristrutturazione fosse stata pagata da un subappaltatore che lavorava per lui in Sardegna.

La villa di Nicola Tenaglia a Vasto Marina prima della ristrutturazione
La villa di Nicola Tenaglia a Vasto Marina prima della ristrutturazione (foto della Guardia di Finanza di Vasto)
villa tenaglia vasto nov 2015
La villa di Nicola Tenaglia a Vasto Marina dopo la ristrutturazione (foto da Google maps dopo comparazione con le immagini della Guardia di Finanza di Vasto)

Vassolo racconta però un’altra storia. Dice che lo aveva contattato Tracucci perché si interessasse ai lavori di ristrutturazione – che poi si tradurranno nel ‘buttare giù e ricostruire totalmente – della villa di Vasto Marina. Dichiara alle Fiamme gialle che aveva curato la presentazione del progetto al Genio civile e che tutto era stato fatto a titolo di cortesia, ovvero gratuito. Tenaglia lo smentisce e gli stessi agenti della Guardia di Finanza non credono alle dichiarazioni di Vassolo, tant’è che precisano come “ogni dubbio sulla reticenza e l’artificiosità e mendacità” delle sue dichiarazioni venisse “fugato dagli accertamenti bancari”. Peraltro, nel rapporto viene rimarcato come Vassolo fosse, fino al 2008, assistente tecnico alla Imet, l’azienda di Tracucci, che stava eseguendo lavori in Sardegna sotto la supervisione di Tenaglia.

A confermare il fatto che Piga abbia parzialmente pagato i lavori nella villa di Vasto Marina non è solo l’indagine accurata della Guardia di Finanza di Cagliari (che si è avvalsa della collaborazione dei colleghi abruzzesi), ma pure il diretto superiore di Tenaglia, l’amministratore di Infratel Salvatore Lombardo, che durante un colloquio con gli agenti della Tributaria riporta – informalmente, viene precisato nell’informativa – come nell’ambiente si dicesse che “verosimilmente” alcuni appaltatori in contatto con Infratel avessero effettuato dei lavori a casa di Tenaglia.

Certo è, come si vedrà a breve, che anche Tenaglia non risparmia critiche allo stesso Lombardo, il suo capo: “Io ho segnalato delle anomalie – ha in sostanza dichiarato il dirigente della Infratel al Pm – ma non hanno tenuto in considerazione i miei appunti”. E non è, quest’ultima, l’unica recriminazione che il dirigente muove ai suoi diretti superiori.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

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