IL COMMENTO/ Un governatore che fa l’editore. E un’opposizione muta

Chiunqua abbia le conoscenze di un medio telespettatore si rende conto in un attimo che non esiste alcuna proporzione tra il prodotto Novas – una versione casareccia dei documentari dell’Istituto Luce di mussoliniana memoria – e i soldi pubblici che vengono erogati dalla Regione a Tcs per realizzarlo: quasi un milione di euro in tre anni, 7500 euro a puntata. Soldi che finiscono nelle casse di una tv privata minore di proprietà di Sergio Zuncheddu, editore de l’Unione Sarda e di Videolina, destinatari di altre vagonate di euro di pubblicità istituzionale.

C’è da augurarsi che la Corte dei conti si occupi anche di questo. Perché si tratta di “spreco aggravato” di denaro pubblico. Aggravato dal fatto che queste elargizioni dissennate e interessate non solo alterano il mercato, ma interferiscono sulla libertà d’informazione. Ugo Cappellacci in quanto governatore è il co-editore di fatto del principale gruppo editoriale sardo. Che infatti lo sostiene.

L’opposizione di questa situazione, nota da anni, non se ne cura. Preferisce raccogliere le briciole di visibilità che le vengono episodicamente elargite, con sapienza, dal gruppo-Zuncheddu. Manca del tutto la consapevolezza di un aspetto fondamentale della cultura democratica: il riconoscimento non formale della necessità di un’informazione libera. Il tema, infatti, è del tutto estraneo dai programmi dei candidati o degli aspiranti tali delle primarie del centrosinistra. Domina un’idea proprietaria e padronale dei giornali e delle televisioni. Il giornalista ideale è il compare, il dipendente, il servo.

Una forma di analfabetismo civile plasticamente rappresentata dalle vicende di quello che è attualmente l’unico candidato governatore del centrosinistra, il presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu. Un giornalista professionista, tra l’altro.  Questi, quando era già presidente della Provincia, è stato assunto come direttore responsabile da un trimestrale chiamato “Chimera” per uno stipendio di poco meno di 5000 euro al mese, cioè circa di 14mila euro a numero. Roba che nemmeno Garcia Marquez. Poi si è messo in aspettativa, ma si è fatto pagare per un po’ di tempo dalla Provincia  i contributi previdenziali. L’inchiesta per truffa è stata archiviata. Lo sconcerto dell’opinione pubblica nuorese ancora no.

Cinque giorni fa abbiamo pubblicato una serie di domande in pubblico al collega Deriu. Domande che, nell’ipotesi di una sua candidatura a governatore, gli verrebbero certamente rivolte di competitor. Non ha risposto, né ancora ci ha fatto sapere cosa intende fare. Silenzio totale.

In altri luoghi questo silenzio sarebbe sufficiente per interrompere una carriera politica. Qua è la pratica ordinaria di una oligarchia morente che si sostiene in modo trasversale. Una piccola Casta dove – da un parte e dall’altra – domina la confraternita degli inquisiti, anche  per reati gravissimi, e dei border line. Gente ricattabile, che non tollera le domande e non sopporta l’esistenza di chi le propone.  Tutto sommato il fascismo esercitava una forma di censura molto più onesta.

G.M.B.

 

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