Modesto Fenu – da Monastir – è un aspirante onorevole candidato con Cappellacci nella lista ‘Zona Franca Randaccio’. Ma incita al voto disgiunto. Direttamente sul suo santino, cioè il volantino di propaganda elettorale. Fenu chiede la preferenza per sé, e poi pazienza per Cappellacci. I sostenitori di Fenu possono sentirsi liberi di scegliere un altro governatore. L’importante che aiutino lui a entrare in Consiglio.
A memoria d’uomo, santini così non se ne ricordano. Ma Fenu, il zonafranchista, regala questa insolita ‘prima volta’. Con una candida confessione. “È ammesso – ha scritto – il voto disgiunto. Ovvero, si può votare il candidato in lista scrivendo il nome affianco al simbolo e votare il candidato presidente di un altra coalizione o schieramento”.
Insomma, più chiaro di così, si muore. Fenu gioca la sua partita e basta, incurante del destino di Cappellacci. E siccome il monastirese non è nemmeno un politico di primo pelo (era il capogruppo del Psd’Az nella commissariata Provincia di Cagliari), deve aver fatto molto bene i suoi calcoli.
Infatti: in base alla nuova legge elettorale, se la coalizione che vince supera il 25 per cento, ottiene il premio di maggioranza. Il che fa moltiplicare, per i candidati, la possibilità di diventare onorevoli. Ma Fenu, a ben vedere, pensa che il voto disgiunto gli garantisca più possibilità di successo.
Sulla pagina Facebook di Fenu il santino non è online. Non ancora, almeno. Quel che si trova sono invece le informazioni biografiche. L’aspirante consigliere è nato il 17 ottobre 1967. È di Monastir, appunto, e in Provincia era anche il vicepresidente della terza commissione consiliare (Programmazione, Industria e Attività produttive).
Tra gli addetti ai lavori, Fenu è noto per un duello tutto interno al Psd’Az: è ai ferri cortissimi con Christian Solinas, l’ex assessore ai Trasporti che ha voluto la Flotta Sarda, ma non Fenu nella lista Quattro Mori delle Regionali. Tanto che l’ex consigliere provinciale ha deciso di sfidare le urne sposando la causa zonafranchista. Da alleato di Cappellacci. Ma disgiunto.
Alessandra Carta
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