Il risarcimento in sé è una cifra irrisoria, pari a 16.500 euro. Ma la decisione della Corte di Cassazione, che ha dichiarato illegittimi gli incentivi dati a Ryanair dall’aeroporto di Alghero, segna un punto di svolta nella futura programmazione del traffico low cost in Italia.
La sentenza della Suprema Corte è stata depositata giovedì 21 aprile, come riportato da Il Sole 24ore, e chiude una battaglia legale che Alitalia aveva aperto nel 2015 contro la Sogeaal, gestore del Riviera del Corallo, e le altre tre società che controllano gli aeroporti di Verona Villafranca, Bari e Trapani. Oggetto della contesa: gli incentivi alle compagnie low cost, appunto, considerati dalla Alitalia poco trasparenti, perché assegnati discrezionalmente. Di qui i ricorsi davanti ai rispettivi Tar regionali di Veneto, Sardegna, Puglia e Sicilia e conclusi l’altro giorno col pronunciamento della Cassazione.
Tecnicamente gli aeroporti elargiscono contributi di co-marketing: in teoria sono soldi che le società di gestione pagano alle low cost per pubblicizzare le rispettive destinazioni in tutto il mercato Ue; di fatto, però, vengono utilizzati per incentivare le compagnie a volare su quegli scali che concedono i contributi. Tanto che la Commissione europea li ha considerati aiuti di Stato a luglio 2016, chiudendo a sua volta una procedura d’infrazione aperta contro l’Italia perché le società di gestione, a loro volta, ricevevano i soldi del co-marketing dalle Regioni. In Sardegna ciò è avvenuto con la legge 10 del 2010, applicata fino al 2013 e costata 80,6 milioni di euro.
Ovviamente non era competenza di Alitalia presentare ricorso a Bruxelles. La compagnia ha invece agito sul piano della legittimità amministrativa contestando il fatto che i quattro aeroporti citati in giudizio non rendessero pubblici gli accordi con Ryanair. Con la sentenza del 21 aprile, Alitalia non solo ha ottenuto 65mila euro di risarcimento – per lite temeraria che pagheranno Alghero, Verona Villafranca, Bari e Trapani -, ma è stata anche autorizzata ad avere accesso agli atti. Quindi a prendere visione di accordi che finora erano blindati. (al. car.)