Da Sanluri a Londra. Classica e folk per l”Orchestra da camera della Sardegna”

All’interno di una città in fibrillazione per il Natale, in un compiaciuto farsi ammirare – accattivante per i turisti di tutto il mondo – nei marciapiedi in cui, complice la crisi, sempre più si parla italiano, era appesa sobria una locandina tra le numerose offerte d’intrattenimento serale londinese: “Culture Festival: Orchestra da camera della Sardegna”. L’idea, nata sette anni fa, dal violinista Simone Pittau di Sanluri, ha portato un gruppo musicisti per la seconda volta ad affacciarsi nel cuore pulsante delle capitale britannica, nella Concert Hall di St. James’s Church, a Picadilly. Pittau suona insieme a Daniele Di Bonaventura (bandoneòn), Andrew McNeill al sax, Marcello Peghin alla chitarra, Darragh Morgan al violino, Fay Sweet alla viola, Victoria Simonsen al violoncello, Ben Griffiths al contrabasso, Andrea Pisu alle launeddas, e Vanni Masala all’organetto. Il risultato è un mix gentile, morbido, efficace.

Nella Hall anglicana risuonano musiche per immagini amalgamate dalla sapiente esperienza della tradizione classica e a quella più propriamente folk. Il repertorio spazia da musiche dell’argentino Astor Piazzolla, fino modernità di Azulejos, Tango e Armonium, di Daniele Di Bonaventura (appena di ritorno dalla presentazione della colonna sonora per il nuovo film di Ermanno Olmi, scritta insieme a Paolo Fresu). Le launeddas di Andrea Pisu sono introdotte proficuamente dalla composizione Ajò del chitarrista algherese Marcello Peghin. Il bandoneòn ben si è sposato con launeddas e l’organetto di Vanni Masala. Si è poi proseguito con musiche del brasiliano Gismonti, Agua e Vinho, e dello stesso Simone Pittau, Su ‘Entu. Il concerto finisce con una standing ovation di un pubblico eterogeneo, che apprezza il calore e la novità di un suono sapiente, unito allo sperimentalismo di musicisti consapevoli della tradizione e del proprio ruolo nella modernità.

Simone Pittau è musicista con una lunga serie di collaborazioni nazionali ed internazionali, che spaziano dalla classica, al Jazz al Pop. L’elenco degli artisti di livello con cui ha suonato è impressionante. Dopo essersi diplomato alla Guildhall School of Music and Drama di Londra, ha diretto a soli trent’anni la London Symphony Orchestra. Decide poi di operare in Sardegna: “Per provare a dare nuove opportunità al pubblico e ai giovani sardi, dice, di entrare in contatto con un circuito internazionale di livello.” Sono opportunità che a lui nella propria isola sono mancate. Raccoglie musicisti sardi, ma non solo, il suo è un progetto dinamico, modulare, che risponde alle esigenze del luogo, ed il più possibile alle richieste delle committenze: “La selezione degli esecutori – dice Pittau – non avviene unicamente sulla base della qualità artistica, che non si discute. In primo luogo è però basata sulla bontà delle relazioni che instauriamo tra di noi. Sì, perché quando suoniamo – dice – questo si sente nella musica”.

Il Presidente onorario dell’Orchestra da Camera della Sardegna è Ennio Morricone, compositore per il quale, tra gli altri, Pittau ha suonato. Ed infine, insieme all’infaticabile project manager Marco Dessì, la decisione di fondare il ‘Culture Festival’. I due mettono su un cartellone di tutto rispetto, in una logica di rete di valore. Si tende allora ad acquisire competenze, stabilire accordi proficui, attraverso progetti trasversali. Ne è un esempio il coinvolgimento della Camera di Commercio Londinese, unita a quella italiana, e la collaborazione con produttori sardi che hanno mandato dei prodotti enogastronomici preparati dal locale londinese “Ceno Sardo”.

Altro esempio sono le continue collaborazioni e sponsorizzazioni create negli anni, insieme alla risposta sempre puntuale di bandi regionali, governativi e non, che il più possibile mirano ad abbattere i costi finali. Nasce nel 2004, dunque, un Festival non unicamente concentrato nell’arco di una settimana, che offre espressioni appartenenti a tutte le arti: non solo musica, ma anche teatro, letteratura, e con l’attenzione ai temi dell’ambiente, a quelli del cibo, dell’architettura tradizionale sarda. Argomenti che riguardano la cultura di un popolo a tutto tondo, espressione diretta del fare. Ultima la collaborazione con la televisione Bulgara BNT, a seguito della International Master Class svoltasi questa estate a Santulussurgiu. Altre collaborazioni sono ora in via di evoluzione, si guarda al bacino del mediterraneo e al mondo arabo. Una piccola bandiera sarda, insomma, sventola in giro per il mondo per la musica. Ma rispetto ad altre esperienze – pur con mille sforzi – questa ha la sua organizzazione e sede in Sardegna. Alla base della filosofia di un popolo che parli la propria lingua, pur essendo capace di aprirsi e collaborare con gli ‘altri’ in maniera proficua e continuativa. E forse proprio dalla vicinanza con le ‘altre’ culture che si può definire e valorizzare meglio la propria cultura. Di fatto rifacendosi già alla propria storia.

Davide Fara

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share