Sergio Atzeni, in un volume nuovi contributi sullo scrittore di Capoterra

Aveva appena 43 anni Sergio Atzeni quando perse la vita nelle acque dell’Isola di San Pietro. Sono passati ventitré anni da quel 6 settembre 1995: oltre due decenni in cui la figura dell’amatissimo scrittore di Capoterra è stata studiata, analizzata, rivista e riletta da scrittori, intellettuali, studiosi e registi teatrali e cinematografici. Un fiume di parole e testimonianze che hanno contribuito a gettare una nuova luce su Atzeni e il suo ruolo nella letteratura sarda contemporanea, in parte influenzato, soprattutto all’inizio, dal desiderio di riabilitare una figura che era stata fino a quel momento tenuta ai margini della critica letteraria. “Sergio Atzeni e le voci di Sardegna”, pubblicato pochi mesi fa da Bononia University Press, presenta il punto sugli ultimi studi e propone nuove suggestioni di lettura; in parte raccoglie gli atti di un convegno che si è tenuto all’Università di Bologna nel settembre 1995, in parte le riflessioni di alcuni scrittori e studiosi realizzati appositamente per il volume.

Il libro sarà presentato per la prima volta oggi alle 19 nella libreria Edumondo di via Sulis a Cagliari all’interno della rassegna letteraria Storie in Trasformazione 2018 – MutAzioni. Ci saranno i curatori Gigliola Sulisdocente cagliaritana di letteratura e sociolinguistica italiana all’Università di Leeds  e Giuseppe Ledda, docente all’Università di Bologna, che dialogheranno con il giornalista Walter Porcedda.

“Ho verificato che se tu lavori con editori sardi, i giornalisti, i quotidiani, il pubblico non ti considerano, in sostanza non esisti. In Sardegna si accorgono di te solo se pubblichi per un editore nazionale. A dire il vero esisti poco anche se pubblichi per un editore nazionale, mentre esisti molto se pubblichi per un editore nazionale e hai un grande successo, nel senso che fanno un paginone su ‘Repubblica’, quattro pagine su “‘Panorama’, quattro su ‘L’Espresso'”. Così Atzeni, nel 1991, affermava in un incontro pubblico con gli studenti dell’Università di Cagliari. Da questa amara, realistica considerazione parte il primo contributo, quello firmato da Gigliola Sulis, sulla scarsa attenzione che stampa e critica avevano riservato ad Atzeni, che allora oltre agli scritti giornalistici aveva già pubblicato il racconto ‘Araj dimoniu’, il romanzo breve ‘Apologo del giudice bandito’ e ‘Il figlio di Bakunin’ (qualche anno dopo arriveranno ‘Il quinto passo è l’addio’ e, postumi, ‘Passavamo sulla terra leggeri’ e ‘Bellas mariposas’).

Perché dunque oggi Atzeni è considerato un punto di riferimento imprescindibile della letteratura isolana e uno degli autori preferiti dai sardi, mentre all’epoca era tenuto a distanza dal consesso letterario? E come si collocano adesso, nel panorama sardo e internazionale, le sue opere? A queste prime domande rispondono i contributi del volume firmati da Marcello Fois, Paola Soriga, Duilio Caocci, Paolo Maninchedda e Mauro Pala. Una seconda parte della raccolta, dal titolo “Dialoghi, temi, linguaggi” , Giuseppe Marci, Roberto Puggioni, Giulio Iacoli, Filippo Milani e Myriam Mereu analizzano i testi dal punto di vista di linguaggio e stile senza perdere di vista le esperienze, gli interessi e il contesto in cui Atzeni visse. Birgit Wagner, Gigliola Sulis, Aldo Maria Morace, Ilaria Puggioni e Giuseppe Ledda infine prendono in esame i testi ‘Apologo del giudice bandito’ e ‘Passavamo sulla terra leggeri’ con approcci metodologici diversi.

Dalla lettura dei contributi emerge il profilo multiforme di uno scrittore che ha anticipato stili e tendenze, ancora aperto a interpretazioni nuove grazie al continuo dialogo con lettori, studiosi, scrittori artisti. Un’opera, quella di Sergio Atzeni, capace di regalare ancora oggi visioni nuove del contemporaneo e di raccontare una Sardegna aperta, vivace e ricca di suggestioni.

Francesca Mulas

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share