Scavi nell’antica diocesi di Bisarcio, si cercano reperti per studiare le malattie

Riparte il ‘Bisarcio project‘, edizione 2018: è la campagna di scavo nel sito di Ozieri, resa possibile collaborazione tra l’Università di Sassari e l’amministrazione comunale, sotto la sorveglianza della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro. Lo scavo è realizzato dal gruppo di ricerca diretto dal professor Marco Milanese che guida una squadra di 25 persone. Bisarcio è il nome che anticamente aveva la diocesi del territorio.

La campagna si svolge nell’area della canonica vescovile medievale “con la finalità di approfondire la conoscenza dei tempi e dei modi dell’impianto delle strutture vescovili sul colle di Bisarcio e delle sue connessioni con le fasi altomedievali”, hanno spiegato dall’Università. Lo scavo del cimitero medievale, che ha già restituito sepolture dalle caratteristiche particolari e rare, intende far emergere le condizioni di salute, le patologie, l’alimentazione e le attività lavorative della popolazione del villaggio medievale.

“E’ previsto l’uso di tecnologie scientifiche applicate – afferma Milanese – a partire dal laboratorio di Antropologia e di Paleopatologia, con indagini chimiche, faunistiche e archeobotaniche, laborazioni fotogrammetriche, termografiche, 3D da terra e con l’utilizzo di un drone. Previsti anche seminari teorici di approfondimento”. Gli scavi di Bisarcio saranno visitabili fino al 20 settembre, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.

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