Salone del Libro, esordio in musica col reading dedicato ad Atzeni

Esordio in musica sabato mattina nello stand Regione Sardegna, presente al Salone del libro, che, malgrado il tempo incerto, è stato invaso pacificamente da migliaia di visitatori che di buon mattino hanno cominciato a varcare la soglia del Lingotto per immergersi nelle stimolanti atmosfere di questa XXVIII edizione. In sintonia con il clima del salone, il reading-incontro “Sergio Atzeni – Un amico a Babele un viaggio in musica tra le pagine di Sergio Atzeni” a cura di Giacomo Casti e Frantziscu Medda Arrogalla ha dato il “la” al nutrito programma messo a punto dall’Associazione editori sardi e dalla Regione Sardegna. La performance non ha mancato di suscitare attenzione e interesse da parte del pubblico presente. Al centro, sempre la figura di Sergio Atzeni esplorata da più angoli visuali.

Preciso e meticoloso, usava la lingua con la stessa manualità di un artigiano e consegnava i lavori all’editore solo dopo una serie di attente verifiche e altrettante limature. Portare sul grande schermo le sue storie è stata un’operazione delicata, ma coronata da successo perché Sergio Atzeni non si limitava semplicemente a narrare, raccontava i sentimenti.

Il senso del dibattito che ieri ha aperto il lungo pomeriggio di presentazioni, nello stand Regione Sardegna, è nella conclusione a cui i tre registi sardi, Gianfranco Cabiddu, Salvatore Mereu e Peter Marcias, sono arrivati al termine di un appassionato ragionamento incentrato sulla poetica dello scrittore cagliaritano scomparso venti anni fa. Figura importante nel panorama della letteratura sarda del Novecento, Atzeni è stato testimone e in qualche modo il fautore di una trasformazione culturale che ha cambiato il modo di raccontare la Sardegna. Storie sarde, ma universali ulteriore conferma della complessità e della specificità di una terra “vasta” e variegata quanto un continente. “Accanto a questo tema corre, quasi in parallelo, il suo essere sardo _ ha detto Gianfranco Cabiddu _ nella misura in cui dà importanza al dettaglio nella creazione di un oggetto sempre bello e gradevole”.

Il ricco programma curato dagli editori sardi nello sand sardo è proseguito con la presentazione dell’opera “Tutti i comuni della Sardegna”: l’editore Carlo Delfino ha ricostruito la vicenda legata al varo del progetto “Forza Paris” che prevede la realizzazione di 377 guide tascabili, una per ogni comune della Sardegna, curate da Salvatore Tola, proseguendo una tradizione che risale almeno allo storico dizionario Angius-Casalis. Progetto ancora in fieri che dovrebbe essere portato a termine entro il 2020. Saltata per motivi di carattere tecnico la presentazione del volume che l’editore Arkadia ha dedicato alla Grande guerra, curato dal coautore Giovanni Follesa, la serata è proseguita con la presentazione dell’opera di Susanna Lavazza “L’ultimo maestro di bisso”, incentrata sulla figura di Chiara Vigo. Vista la particolarità del soggetto, l’evento, associato alla proiezione di un filmato, non ha mancato di suscitare viva curiosità tra i tanti visitatori del Salone.

Domani, domenica 17 maggio, penultima giornata del Salone torinese, l’attività dello stand sardo comincia alle 12, per la sezione “Tra isola e mondo”, presentazione del volume “Sergio Atzeni e l’arte di inanellare parole” (Aipsa), interventi di Pierpalo Argiolas e Valeria Pala. Alle 16 “Un figlio di Bakunìn” con l’autrice Carola Farci e di Pier Paolo Argiolas, ancora, alle 17, “L’Acquiescenza del padre” (Condahes), in compagnia dell’autore Bruno Rombi. Chiude, alle 18, il lavoro sul genocidio armeno “100 anni di silenzio” (Arkadia), previsti gli interventi degli autori Alessandro Aramu, Gian Micalessin e Anna Mazzone. Nell’installazione multimediale scorrono intanto le immagini dei luoghi della cultura sarda.

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