Onifestival chiude con la bellezza e il garbo di Elva Lutza e Ester Formosa

Una voce suadente e popolare che fa sentire la Catalogna con i suoi suoni e idiomi ancora più vicini di quanto non lo siano già alla Sardegna.

La chiusura di Onifestival a Oniferi è di quelle che si può definire in bellezza secondo uno slogan ben noto e a volte autoreferenziale.

Ma non in questo caso. E lo possiamo assicurare noi che eravamo presenti alla splendida performance di Ester Formosa, la cantante e attrice catalana di chiara fama nella sua terra, esponente della Nova Cançò Catalana che lega le tradizioni musicali ai testi dei maggiori autori e poeti catalani e di Elva Lutza (erba magica in sardo) progetto musicale fondato dai sassaresi Nico Casu (trombettista e cantante) e Gianluca Dessì (chitarrista attivo da anni nell’ambito della musica etno-folk) e con Brunu Piccinnu alle percussioni.

Molto interessante il loro viaggio musicale tessuto con pazienza e garbo nello splendido e acusticamente azzeccato scenario della chiesa di San Gavino di Oniferi, location che solitamente chiude il festival dedicato da ben quattro stagioni al canto a tenore, alle espressioni musicali tradizionali e a quello spazio di contaminazione tra culture sonore e canore che si fa rientrare nella world music.

    Insignito del Premio Parodi nel 2011, il duo incide un primo disco 

    Così il tempietto raccolto del XV secolo ha ospitato il concerto di Elva Lutza e Ester Formosa. Performance apprezzata e applauditissima degna chiusura di una rassegna anche quest’anno spalmata su tre giornate dense di appuntamenti.

    Un percorso iniziato ai primi di dicembre in occasione delle due giorni di Cortes apertas con le serate dedicate al canto a tenore e ai virtuosi del canto a chitarra.

    Ieri sera la serata è stata aperta dal coro “Voches ‘e Ammentos de Garteddi”, formazione diretta dal maestro Pietro Marrone di Buddusò che ha dato un saggio del suo repertorio musicale che trova origine nel canto di “ispirazione popolare” anche nel tentativo di ricostruire in nuove armonizzazioni corali poesie, canti, musiche e danze antiche

    Onifestival è ideato dall’associazione culturale San Gavino di Oniferi e organizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale coerente con la mission inziale della rassegna: offrire alla comunità e agli spettatori un interessante spaccato sulle realtà musicali tradizionali con i loro interpreti.

    Onifestival, nasce con la volontà di dare vita a un appuntamento che fondi le sue radici sulla musica tradizionale e sul canto a tenore in particolare, ma che accolga allo stesso tempo espressioni artistiche di altri contesti nazionali ed internazionali. Scambio e confronto sono un elemento fondamentale della rassegna nata nel 2018.

    Si era partiti sabato 2 dicembre in Piazza S. Anna, alle 18, con la Rassegna di canto a tenore e musica polifonica. Sul palco i Tenore San Gavino di Oniferi, Tenore “Remunnu ‘e Locu” di Bitti, “Cunsonu Santu Giuanne” di Thiesi, “Su contrattu de Seneghe”, Coro “Paulicu Mossa” di Bonorva. Secondo step domenica 3 dicembre, sempre in Piazza S. Anna con la Rassegna dei canti Logudoresi a chitarra che ha visto le esibizioni di Emanuele Bazzoni, Franco Dessena e Nino Manca alla chitarra. A chiudere il Gruppo musica etnica Ballade Ballade Bois.

    Onifestival è stato ideato dall’associazione culturale San Gavino di Oniferi, costituita nel 2001, è impegnata ormai da molti anni nella pratica e nella diffusione del canto “a tenore”, con la finalità̀ di valorizzare il patrimonio musicale, letterario e linguistico della Sardegna.

    Al momento sono 6 i lavori discografici dati alla luce dal gruppo, al lavoro per realizzare il settimo ormai alle fasi finali. 

    Fanno parte del sodalizio i fratelli Francesco, Giovanni e Carmelo Pirisi, rispettivamente boche, contra e mesu boche, più il bassu Giuseppe Brau). Formazione che da sempre privilegiato nello svolgimento della sua attività l’impegno e le proposte nelle quali – anche nella partecipazione a manifestazioni di livello internazionale (Università di Taipei, Parigi, Valladolid, Roma, Conservatorio di Lione, Istituto Italiano di cultura di Los Angeles, Convegno e concerto su Pietro Sassu, Sassari) – attraverso l’espressione del canto si evidenziasse tutta la ricchezza della poesia, della letteratura e della lingua per l’affermazione di quella identità sarda minacciata e indebolita da modelli socio-culturali che tendono a soffocarne la peculiarità e la bellezza.

    A Parigi, in occasione della classificazione del canto a tenore quale patrimonio intangibile dell’umanità, ha rappresentato il canto a tenore esibendosi davanti alla Commissione Unesco e partecipando ai gruppi tematici che hanno portato l’assegnazione del prestigioso riconoscimento.

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