Non solo Halloween: il culto dei morti e il moto identitario dell’Isola

Mentre in Sardegna da qualche anno imperversano le polemiche contro la nota festività anglosassone di Hallowen, c’è chi come a Seui – in Barbagia – da ben diciannove anni festeggia “Su prugodoriu” il tradizionale culto dei morti sardo, o detto anche “delle anime”. Una kermesse caratterizzata da spettacoli, degustazioni, laboratori artigianali, musica, balli, convegni, rievocazioni storiche che come ogni anno dal 1996 ad oggi si apre in prossimità del 1 novembre. Sono tanti i nomi sardi con cui questo culto viene chiamato: “su prugadoriu po is animas” in Ogliastra, “is animeddas” nel Sarrabus , “su mortu mortu” nel nuorese, “su pedione” o “su peticocone” in Barbagia e in Baronia, e altri ancora.

Già dalla fine degli anni ’70 la tradizione era caduta in disuso nella gran parte dell’isola. I bambini alla vigilia del 1 novembre, all’imbrunire, con un sacco in spalla, andavano in giro per le case, di porta in porta, a fare la questua di cibo (generalmente dolci e frutta) per le anime defunte. In molti paesi i bambini portavano con se le grandi zucche arancioni, svuotate della polpa e illuminate dall’interno da una candela. Lumini preziosi nelle strade di allora senza illuminazione, ma anche piuttosto inquietanti per bambini e talvolta adulti.

Da diversi anni, grazie anche all’imposizione mediatica e commerciale della festività di Hallowen che oltre alla questua di cibo prevede che i bambini si travestano in maniera più o meno macabra, tantissimi sardi, mossi da un moto identitario, si son dati così alla riscoperta e alla riappropriazione del tradizionale culto dei morti. Un grande merito per questa rinnovata vitalità dell’antica tradizione ce l’ha sicuramente l’evento de “Su prugadoriu” organizzato dalla comunità seuese. La riproposizione del rito tradizionale de’ “Su prugadoriu po is animas” è in programma nel pomeriggio di sabato 31 ottobre, con partenza da Piazza Rinaldo Loy.

Il programma. Viste le numerose presenze dell’anno precedente, circa 20 mila visitatori, “Su prugadoriu” è diventato per Seui anche una prestigiosa vetrina della sua tradizione enogastronomica, dell’artigianato, dell’ambiente e in generale dell’offerta culturale e turistica. Sempre di sabato si potrà assistere alla preparazione del torrone e ad una dimostrazione di archeologia sperimentale con la fusione del bronzo.

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Due i convegni, nel pomeriggio di venerdì 30 ottobre alla sala conferenze del Centro Polivalente “Is Minadoris”, sarà presentato “Arcuerì”, il nuovo Annuario della comunità seuese, a cura della casa editrice “Domus de Janas”. Mentre sabato, alle ore 17, è in programma “Storie di miniera“, un convegno che vuole ricordare la storia industriale del piccolo centro e il suo giacimento di antracite scoperto dal viaggiatore La Marmora. Domenica 1 novembre alle ore 11, nella sala della “Fabbrica di Kimbe” saranno presentati invece i libri di Simonetta Delussu: “La stregoneria in Sardegna” e “Delitto d’onore in Sardegna: storia di Irene Biolchini”. Durante le tre giornate canti, musica e teatro vivacizzeranno le vie del paese con balli e gruppi tradizionali provenienti da diverse parti della Sardegna.

Presente la storica banda musicale “Gioacchino Rossini” di Seui e la band italiana “Sassinfunky Street Band”, nota per le sue festose esibizioni itineranti lungo le strade. Inoltre sarà possibile ammirare i quattro bronzetti nuragici acquistati la scorsa estate ad un’asta di Londra, dalla “Fondazione Nurnet – La rete dei Nuraghi” e dal gruppo Facebook “Archeologia della Sardegna” formato da tanti cittadini. Poi ancora mostre fotografiche e degustazioni nei tradizionali “mangasinus” (locali e laboratori) aperti al pubblico per far apprezzare e degustare le bontà della cucina seuese, dai tipici “culurgiones” di patata (tipici agnolotti a goccia), ai “civargeddus prenus” (foccacine ripiene di sugo e cipolle). Visto il successo e la presenza massiccia di visitatori nelle scorse edizioni sia sabato 31 ottobre che domenica 1 novembre sarà attivo il servizio del Trenino Verde della Sardegna. Partenza da Mandas, fermate a Seui stazione, nel centro del paese, o anche a Montarbu, la splendida foresta che si estende per quasi 3.000 ettari.

La manifestazione è organizzata dal Comune di Seui e dall’Associazione “Su Prugadoriu”, con il patrocinio dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna.

Un’occasione unica per vivere una festività particolare in cui la vita, la gioia, il cibo convivono con la morte, il dolore e il mistero dell’esistenza per poi emergere magicamente nel sorriso enigmatico dei bambini.

Ornella Demuru

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