Metal, la rivincita delle donne. Sabato a Quartucciu il primo Female Voices Fest

Chitarre aggressive, ritmi incalzanti, voci cupe e cavernose: il mondo del metal in tutte le sue mille sfaccettature ha sempre avuto protagonisti maschili con poco spazio per il gentil sesso sin dagli albori del genere. Eppure sembra che negli ultimi anni qualcosa stia cambiando, complice il successo internazionale di band come Nightwish, Cadaveria, Lacuna Coil. Cambia la musica anche in Sardegna, dove le signore iniziano a farsi sentire pure nel metal più oscuro: il Female Voices Fest, questo sabato alla Cueva Rock di Quartucciu a pochi chilometri da Cagliari, è il primo evento isolano dedicato alle voci femminili nel metal. A fare gli onori di casa saranno i Lightless Moor, formazione cagliaritana sulla scena da quasi dieci anni, divideranno il palco con le band sarde Rising Silence, Flowing Dreams, Mystic Noise: metal, chitarre e sperimentazione impreziositi dal cantato femminile, a tratti suadente, lirico o moderno, a volte più aggressivo e deciso.

I Lightless Moor hanno all’attivo il demo “Renewal” e il cd “The Poem”, hanno dato vita a un gothic metal originale grazie soprattutto alla voce della cantante Ilaria Falchi: sua l’idea di dar vita al progetto Lightless Moor nel 2005, sua pure l’idea di organizzare qui in Sardegna un festival dedicato esclusivamente alle voci femminili nel metal: “Cosa significa oggi cantare all’interno di un genere musicale dove prevalgono gli uomini? Mettersi in gioco – dice la Falchi, 34 anni, che agli studi di psicologia e psicoterapia ha affiancato quelli di canto lirico e moderno  – e non cedere agli stereotipi, lottare per ciò che si è costruito e mostrare quello che si ama fare più duramente rispetto agli uomini”.

Negli ultimi anni è cresciuto il numero di band con voci femminili eppure il pregiudizio è dietro l’angolo: “Le ragazze che salgono su un palco – sottolinea ancora Ilaria Falchi – devono prepararsi ad essere etichettate, giudicate per il proprio corpo più che per le proprie capacità. Le donne nel metal sono costrette a dare sempre di più, come se avessero da dimostrare continuamente che cantano e suonano perché amano farlo e non solo per mettersi in mostra, e sono ancora oggetto di pregiudizi e svalutazione. Per fortuna parlo solo di una parte del pubblico, perché ci sono moltissime persone che apprezzano il lavoro e la musica che fai. Sono convinta che le donne che si affacciano su questo mondo siano coraggiose e forti. Quando ho iniziato a muovere i primi passi nel metal ero totalmente focalizzata sul mio obiettivo e non mi sono resa conto subito di tutte le implicazioni, mi sembrava tutto bello, tutto facile. Poi mi sono accorta che le cose erano un po’ più complicate e allora ho iniziato a tirar fuori le unghie, a non permettere che la mia presenza potesse essere deleteria per il gruppo, ma che anzi fosse un punto di forza. Per fare questo ho dovuto preparami, studiare, essere me stessa in modo autentico ma attenta a non fare passi falsi. Si impara sul campo, ogni giorno, si resiste ogni live e si impara anche a guardare oltre, a sorridere nel ritrovarsi come unica donna durante un festival e doversi arrangiare per le cose più basilari. Si impara ad apprezzare i complimenti, anche sull’estetica, senza pensare immediatamente che ti stiano svalutando, ad ascoltare le critiche per quello che sono e non pensare che arrivino solo perché sei una donna. Il rispetto si guadagna, solo che per noi donne è molto più lungo il processo“.

E nell’isola, dove la scena è ancora più ristretta? “Qui siamo ancora poche, a me è mancato molto il confronto e il conforto di colleghe cantanti durante i live. Non ho mai pensato che fosse più bello per me essere l’unica per avere più attenzioni. Per tutto questo ho deciso di creare un evento per band con voci femminili, per fare in modo che abbiano uno spazio “protetto” in cui possono esprimersi liberamente e in cui possono prendere il potere sulla scena musicale, in cui possono incontrarsi, confrontarsi, creare qualcosa insieme di genuino”.

Sul palco della Cueva Rock sabato ci sarà anche l’heavy metal dei cagliaritani Rising Silence con Laura Marongiu alla voce e Stefania Cugia al basso, i Mystic Noise di Burcei con la frontwoman Claudia Monni, autori di un originale melodic alternative metal, da Sassari ci saranno i giovanissimi Flowing Dreams, formazione sperimentale che fonde insieme metal, folk, rock e influenze classiche, al microfono Irene Palmas.

Le quattro band suoneranno dalle 22, le cantanti Ilaria, Laura, Claudia e Irene in chiusura di serata presenteranno insieme un tributo originale e inedito ai NightWish, band finlandese amatissima in tutto il mondo che ha fatto della voce lirica femminile il suo punto di forza.

Francesca Mulas

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