Mamoiada come Birmingham, Serra firma “Su Macbettu” in lingua sarda

Viaggiare per i paesi della Sardegna in cerca della materia viva per poter tradurre in sardo il Macbeth di Shakespeare e, come nella più pura tradizione elisabettiana, farlo recitare da soli uomini. Questo il progetto di Alessandro Serra, regista, autore, fondatore nel 1999 del Teatropersona. Un’idea nata qualche anno fa durante una settimana di reportage fotografico in occasione del carnevale sardo, un carnevale popolato da cortei di streghe, pazzi, guardiani e vittime, uomini col gabbano calato sul volto e negli occhi la disperazione della fertilità venuta a mancare. Anche il nome Carrasecare conserva un sapore tragico e luttuoso: carre ‘e segare, ovvero carne da smembrare. “Quegli uomini -racconta Serra- gli stessi che mi impressionarono per la potenza dei gesti e della voce durante i riti del Carrasecare, per la confidenza che parevano avere con Dioniso e al contempo per l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti, erano gli stessi che cercavo per mettere in scena Su Macbettu”.

Al teatro Massimo, questa sera, Alessandro Serra mette in scena un primo studio prodotto da Sardegna Teatro-Teatropersona col sostegno del Cedac: uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori a disegnare luoghi ed evocare presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve. E una lingua, quella sarda, che si fa suono, poesia e canto, e che trasforma come in una musica ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura.

Il Carnevale è l’unica festa calendariale non collegata alla liturgia cristiana, che utilizza la tecnica teatrale del mondo rovesciato per ribaltare ruoli, gerarchie e forme della vita quotidiana attraverso maschere e travestimenti. Sorprendenti sono le analogie che Alessandro Serra ha trovato tra l’opera shakesperiana e i riti del Carrasecare: “I suoni cupi prodotti da campanacci, le pelli di animali, le corna, il sughero, le maschere fosche, e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Ricordo un’immagine su tutte: il pomeriggio in cui a Mamoiada sfilarono i Mamuthones, sentii in lontananza quell’incedere di ritmo antico, un’incombente forza della natura che stava per abbattersi inesorabile, placida e al contempo inarrestabile: era la foresta che avanzava”.

Donatella Percivale

(Su “Macbettu”,
tratto dal Macbeth di William Shakespeare
di Alessandro Serra
con: 
Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino, Leonardo Tomasi 

traduzione in sardo e consulenza linguistica: Giovanni Carroni
collaborazione ai movimenti di scena: Chiara Michelini
regia, scene, luci, costumi: Alessandro Serra

foto: Antonio Baldino
produzione: 
Sardegna Teatro e Teatropersona
con il sostegno di
Cedac Circuito Regionale SardegnaRegione Toscana Sistema regionale dello spettacolo dal vivo
In scena oggi, in forma di studio, al Teatro Massimo, ore 19
giovedì 22 settembre, ore 21)


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