L’incontro tra Crisa e Maria Lai. A Matera un’opera del muralista cagliaritano in dialogo con l’artista ogliastrina

Una geografia immaginaria “composta da sezioni o frammenti di mondo che raccontano un territorio con il suo paesaggio e il suo cambiamento urbanistico e lo spopolamento”. L’artista cagliaritano Federico Carta in arte Crisa ha realizzato un’opera per il Musma di Matera in dialogo con Maria Lai, l’artista ogliastrina scomparsa undici anni fa e che ha conosciuto una fortuna postuma con la celebrazione internazionale dei suoi lavori.

Il Museo continua ad ampliare la propria collezione accogliendo nuove donazioni. Durante il 2024 il museo presenterà a rotazione opere già in collezione facendole dialogare con nuove opere, sia permanenti che temporanee, progettate appositamente per gli spazi del museo. L’allestimento vuole rendere più leggibile il linguaggio della scultura contemporanea ed evidenziare i legami e le relazioni tra gli artisti. Per l’occasione sono state esposte tre opere di Maria Lai: “Cuore mio 2002”, “La torre, 1971-2002” e “Sa domu de su dolu, 2002”. L’opera de La torre è costituita dall’assemblaggio di due gruppi di infissi lignei sovrapposti, dipinti di bianco e nero, trame, nodi di spago dipinto. La descrizione evidenzia che la parte inferiore dell’opera, la parte bianca, è in realtà il Telaio campestre del 1971 che Maria ripensa e riutilizza, per realizzare l’opera che commemora l’attentato terroristico del 11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York e che data al 2002. Cuore mio e Sa domu de su dolu, ci raccontano un’altra Maria, colei che trasforma in opere le parole scritte nei racconti di Cambosu, suo professore, il quale insegna a Maria il ritmo e il respiro delle parole mute. I fili, i pani, le tre opere della “piccola capretta ansiosa di precipizi” sono entrate in dialogo con l’opera del muralista cagliaritano che già nel 2019 era entrato a contatto con l’arte di Maria Lai: in occasione del centenario della nascita dell’artista, su commissione dei familiari, ha realizzato sulla facciata dello studio di Maria a Cardedu un intervento grafico.

L’ opera si intitola Cartogramma. Al dipinto si sovrappongono degli inserti scultorei in ceramica, dipinti e incisi; veri e propri focus sulla memoria dell’umanità. Un reperto di memorie che sono venute a definirci, tali concetti sono I flussi migratori, i cambiamenti, gli assestamenti e lo spostamento. “Nelle porzioni della sua geografia, i Sassi, fermi e stabili, sono i guardiani del tempo storico di questo scenario – si legge nella presentazione del suo lavoro -, le canne al vento simbolo di libertà che crescono spontanee nelle zone di periferia. l fili connettono gli esseri umani al paesaggio. Crisa come un sismografo capta con sensibilità il terreno e cerca di tracciare il mondo”.

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