L’opera è un’allegoria della terra, della femminilità e della fertilità rappresentati dal ritratto di una giovane donna da cui spunta una pianta di agave, “simbolo botanico e cosmogonico del Messico”. Si trova nel muro di un piccolo edificio in mezzo alla campagna di Ussana ed è uno dei lavori realizzati di recente da alcuni artisti messicani che sono transitati da quelle parti per una residenza durata due settimane. A ospitarli è stato Campidarte, centro culturale e laboratorio artistico nato nel 2012 all’interno di quattro capannoni di un’azienda agricola, riqualificati in questi anni e riadattati per ospitare eventi e lavori di arte e design. Gli artisti – Oscar Axo, Mina Romero e il collettivo Los Metzican – erano in tour in Europa e sono arrivati in Sardegna dopo essere passati nelle principali capitali europee.
Per le loro opere “sarde” i messicani si sono lasciati ispirare dal contesto di Campidarte e dai valori a cui ispira la sua azione e che porta avanti coi suoi lavori, in particolare l’idea di unire arte e natura, cultura e terra. Per il suo ritratto femminile – attraversato da disegni e geometrie astratte – la giovane street artist Mina Romero si è fatta ispirare dalla natura che ha incontrato a Ussana. “Ci sono similitudini tra i paesaggi che ho visto durante i miei viaggi e la natura selvaggia sarda”, ha raccontato l’artista messicana. “Il murales è come se venisse direttamente dall’ambiente della collina di Ussana dove l’ho realizzato”. Il secondo lavoro è stato realizzato da Oscar Axo e si trova nella facciata di uno dei capannoni del centro. L’opera è alta cinque metri e larga tredici e rappresenta il corpo seminudo di un uomo mascherato. Per questo lavoro l’artista messicano si è fatto influenzare dalle maschere tradizionali della cultura sarda (mamuthones, issohadores). “Diverse culture indigene messicane usano la maschera come simbolo del divino e del soprannaturale in generale”, ha detto Axo. “L’uomo ritratto è la combinazione di due aspetti: il corpo incarna le forze naturali del paesaggio intorno a Campidarte, e la maschera che indossa l’unione tra la cultura messicana e quella sarda. Il triangolo che ha in mano, invece, simboleggia le tre forze della natura: il fuoco, la terra e l’acqua. Il mio lavoro è un omaggio all’arte e al paesaggio sardo”.
L’ultimo murales è stato realizzato dal collettivo Los Metzican, tre street-artist che si ispirano fortemente alla tradizione messicana. Il lavoro che hanno fatto, non a caso, vuole rappresentare il loro popolo e alcune sue caratteristiche “mistico-antropologiche”, con la presenza di un uomo “zapoteco, due peyote e due colibrì, uccelli presenti in numerose leggende messicane.
A.T.