Il tessile di Samugheo e il paesaggio ogliastrino: Herrera firma il nuovo tappeto di Joias

L’artigianato artistico sardo sta vivendo un periodo di nuova giovinezza grazie al binomio “tradizione-contemporaneità”. Quando cioè il saper fare, custodito dalla tradizione e tramandato dalle generazioni, si mette al servizio di un’idea di design fresca, in grado di intercettare i gusti di un pubblico internazionale esigente e attento. Questo connubio acquista un senso ancora più pregnante laddove l’elemento locale è immediatamente percepibile: racconta una storia, evoca un mondo di legami, relazioni, fili che si intrecciano.

Prendiamo il nuovo tappeto della designer cilena – ma cagliaritana d’adozione – Paulina Herrera Letelier, realizzato in esclusiva per Joias. Qui gli elementi della storia ci sono tutti. C’è una tessitrice che opera nel tessile da anni, in uno dei centri d’eccellenza del distretto sardo: Samugheo. C’è poi il legame col paesaggio sardo fin dal nome scelto per il suo lavoro: co cco rro cci, una spiaggia ogliastrina dove il mare si infrange su piccoli sassi tondi. È la stessa designer a evocarne suoni, forme e colori quando descrive il suo lavoro.

I ciottoli “suonano” quando il mare li sommerge e poi si ritrae. I colori e i disegni delle pietre “vibrano, insieme a quelli dei ginepri”, e “i colori e le diagonali che s’incrociano sono ciò che fa che ogni pezzo di pietra sia unico, dal piccolo sasso alle grandi rocce e alle montagne ogliastrine che si vedono alzando lo sguardo”.
Il paesaggio si ritrova nel disegno a pibiones del manufatto ed è tessuto punto per punto al telaio, con un filo di lana che idealmente lega mare, ciottoli e montagne.
Tradizione e contemporaneità, si diceva. Non è un caso che il manufatto sia stato creato per Joias. Gioie di Sardegna, nato a Tortolì è nel giro di poco tempo diventato un punto di riferimento per l’artigianato artistico prodotto nell’Isola.

Nella filosofia del progetto un posto importante è riservato alla rivisitazione dell’oggettistica tradizionale, arricchita di valori e segni della cultura contemporanea. Insomma, una mediazione tra il sapere manuale dell’artigiano e la visione del designer, un incontro felice e positivo fra i valori storici e i segni di una tradizione e le esigenze di una clientela dei giorni nostri – capace di riconoscere (e apprezzare) le trame di una storia antica ma dal gusto attuale.

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In questa operazione c’è una duplice consapevolezza: si aggiunge valore all’oggetto e si ottiene un rinnovamento estetico e funzionale delle produzioni. Joias attinge, in questo senso, dall’esperienza di un gruppo di artisti che si riunirono, nella prima metà del secolo scorso, nella cosiddetta “Famiglia artistica sarda” (Tavolara, Biasi, Dessì, Figari, Mossa-Demurtas), che arricchirono gli oggetti dell’artigianato tradizionale grazie al loro talento creativo. Con analoga sensibilità sono nati i berretti Joias (una rivisitazione de “su bonettu” tradizionale), i pareos con il disegno del costume di Orgosolo, fino al tappeto disegnato da Paulina Herrera Letelier.
La tradizione guarda al futuro.

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