“Il tavolo del futuro”: a San Sperate torna ‘Sant’Arte’, il festival ideato da Pinuccio Sciola

 Si terrà a San Sperate da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno la settima edizione di “Sant’Arte”, il festival di arti visive e performative nato da un’idea dell’artista Pinuccio Sciola. Realizzata e coordinata dalla Fondazione omonima, l’iniziativa si svolge con la direzione artistica di Maria Sciola e la direzione organizzativa di Elisabetta Villani

Il festival quest’anno si svolgerà quasi interamente al Giardino Sonoro di San Sperate. La Fondazione Sciola, in linea con la mission di tramandare il messaggio d’arte dell’artista, presenta “Il tavolo del futuro”, tema che sarà il filo conduttore degli eventi in programma da fine maggio a inizio giugno a San Sperate.

Partendo dall’iconica immagine del “tavolo di lavoro” nell’atelier di Sciola, si viene catturati nel suo universo, spazio fisico e mentale, attraverso la presentazione dell’Archivio Pinuccio Sciola: una stratificazione di progetti, idee, pensieri, densi anche della convivialità – che attorno a quel tavolo si è consumata per circa 50 anni – che ci parla di Sciola, della sua filosofia e della sua arte accessibile. Un archivio innovativo e digitale che rappresenta la base solida per intraprendere riflessioni sulle azioni future: durante il Festival si parlerà della sua digitalizzazione, che procede grazie ad un progetto europeo, a testimonianza di un lavoro che non si è mai fermato in questi anni.

“Il tavolo è simbolo di condivisione e dialogo – afferma Tomaso Sciola, vicepresidente della Fondazione – e unisce le persone, sia in casa sia nel lavoro, per mangiare, discutere, raccontare storie e prendere decisioni. Molti progetti sono nati attorno al celebre tavolo nello studio di Pinuccio Sciola, grazie agli amici che lo hanno sempre frequentato. Oggi guardiamo al futuro, adottando le tecnologie più avanzate con l’Archivio digitale (finanziato con fondi del Pnrr) per rendere accessibile l’opera di Sciola e il lavoro di ricerca della Fondazione, senza però trascurare i momenti di convivialità. Il Festival diventa quindi l’occasione per riunire le persone e mostrare quanto abbiamo realizzato, sempre con uno sguardo rivolto al futuro”.

“Il modo in cui Pinuccio Sciola accarezzava le sue pietre incise facendole suonare aveva qualcosa di magico, di atavico – ha detto Maria Delogu, segretaria particolare dell’assessora alla Cultura della Regione, Ilaria Portas -. E ora si proietterà verso il futuro, a su benidore, grazie al “Tavolo del futuro”, tema del Festival di quest’anno. Grazie quindi alla Fondazione Sciola che porta avanti l’opera di Pinuccio Sciola che rimarrà per sempre nel novero degli artisti che hanno contribuito a dare lustro alla Sardegna in Europa e nel mondo”.

Ai ringraziamenti alla Fondazione Sciola si è unito il sindaco di San Sperate, Fabrizio Madeddu: “E’ particolarmente importante il lavoro per diffondere l’opera di Pinuccio Sciola che, partendo da San Sperate, ha superato tanti confini, rimanendo legato sempre alla sua terra. Il Festival è una importante occasione di approfondimento di tutto quello che ha fatto, e di quello che la Fondazione continua a fare nel suo nome”. Una variegata proposta di appuntamenti, tra cinema, talk, concerti e presentazioni di libri, approfondirà in particolare il tema delle relazioni, delle connessioni con noi stessi e con gli altri, con lo spazio che ci circonda, attraverso workshop di pratiche esperienziali legate al “sentire”. 

Al tempo stesso, sul versante culturale, sarà presentato il volume di Silvano Tagliagambe e Andrea Granitzio – dato alle stampe dalla Fondazione Sciola – dedicato al grande e indimenticabile lavoro fatto dall’artista per la messa in scena della Turandot. Ci sarà spazio anche per un omaggio a Michela Murgia e Pinuccio Sciola con un’opera che sarà disvelata in via San Sebastiano a San Sperate, mentre a chiudere l’evento sarà la musica di Enzo Favata e Pasquale Mirra. “Ed ecco che nasce l’Archivio digitale di nostro padre – commenta Maria Sciola, direttrice generale della Fondazione e direttrice artistica del Festival – Festeggeremo questo passo importante con i suoi grandi amici: da Gloria Campaner a Enzo Favata, da Pasqualino Mirra a Franco Origoni (Fondazione Origoni Steiner) senza dimenticare chi non c’è più. L’eredità che resta è, anche, di una produzione scultorea di per sé accessibile, di tutti e per tutti. Uno dei momenti più emozionanti sarà, in collaborazione con l’Ens Cagliari, la presentazione del documentario in lingua dei segni e del libro illustrato per bambini “Che cosa senti?”.

“Il Giardino Sonoro rappresenta il fulcro vitale delle iniziative della Fondazione – dichiara Chiara Sciola, presidente della Fondazione -. Quest’anno celebriamo l’eredità poliedrica di Pinuccio Sciola attraverso un’ampia gamma di risultati, produzioni e collaborazioni nei diversi ambiti della cultura: dall’editoria al cinema, dai concerti ai videogiochi, passando per laboratori e convegni. Ogni evento è un’opportunità per coinvolgere il pubblico, consolidare la rete di contatti e diffondere arte e bellezza, fedeli allo spirito innovativo di Pinuccio Sciola”.

Nel linguaggio comune il tavolo rappresenta il luogo ideale di incontro, spesso per cercare un accordo. E’ questa la visione che il visual di quest’anno suggerisce: lo spazio personale dell’artista, in senso concreto (il suo atelier, la sua casa) e mentale (i rapporti di relazione) diventa la testimonianza del completo rispecchiamento dell’autore nella sua opera. Laddove l’artista ha vissuto il quotidiano, ha consumato pranzi e cene con la famiglia, ha costruito scambi e dialoghi con centinaia di persone, facendo della sua vita e della sua arte un vero unicum, ora è possibile progettare un futuro di relazioni e di connessioni.

In questo senso, ciascun ospite del festival è invitato ad agire con spirito di apertura e condivisione, rispetto della natura e delle persone, che fu un valore caratterizzante di tutta l’esistenza di Pinuccio Sciola. La settima edizione di Sant’Arte sarà caratterizzata da giornate tematiche, secondo il caratteristico processo di costruzione del fare esperienza dell’arte, in maniera accessibile e inclusiva.

“Il Giardino Sonoro si conferma come spazio ideale di scambio e sperimentazione artistica – spiega Elisabetta Villani, direttrice organizzativa del festival – Museo che si trasforma in ogni giornata, da cinema sotto le stelle dopo essere stato set cinematografico (nel documentario “The heart of stone” e nel film “Clorofilla”) a luogo che  accoglie diverse proposte di workshop, che avvicineranno il pubblico alla scoperta di nuove relazioni con l’ambiente circostante (Pleasure Rocks), ma anche all’approfondimento delle relazioni interiori, della propria emotività (C#/SeeSharp – La palestra delle emozioni), oppure accompagneranno ogni partecipante in attività più creative (Bianco x Ps Museum) o in un viaggio studio (in Archivio d’artista di Ps Museum)”.

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