Il fotografo McCurry alla scoperta della Sardegna: 18 giorni tra la Barbagia e il Sulcis

Uno dei fotografi più celebri al mondo, Steve McCurry, è tornato in Sardegna per un progetto top secret che lo ha portato la realtà del nuorese, della Barbagia, dell’oristanese e del Sulcis tra Ottana, Mamoiada, Sedilo, Cabras, Carloforte e Calasetta. La visita, durata sei giorni e conclusasi il 18 giugno scorso, è stata organizzata da Michele Piras e Valerio Atzori di Efficio Lucem Studio con Eolo Perfido, assistente di McCurry, in collaborazione con la Film Commission della Regione Sardegna e con il supporto delle associazioni “Boes e Merdules betzos” di Ottana e Atzeni di Mamoiada, Matteo Leone e Marco Luxoro.

A distanza di tre anni, dopo l’incontro post lockdown alla galleria comunale di Cagliari, il maestro McCurry è tornato in Sardegna per un confronto immersivo, più diretto con le nostre comunità e con la ricchezza delle contraddizioni di paesaggio, storie personali, gesti individuali e riti collettivi, oggetti di scena e strumenti del quotidiano”, spiega il presidente della Film Commission Gianluca Aste.

Steve McCurry è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico che nelle sue fotografie riconosce un modo di guardare il nostro tempo. Alcune mostre di grande successo hanno messo in evidenza vari aspetti della sua attività, ormai quasi quarantennale. Tra queste, “Steve McCurry – Icons”, mostra del 2021 promossa dal Comune di Cagliari e organizzata da Civita Mostre e Musei Spa, presente per la prima volta sull’Isola con circa 100 scatti che hanno costituito l’insieme e forse il meglio della vasta produzione del grande fotografo, a partire dagli scatti dei primi anni ’80 in Afghanistan che hanno immortalato Sharbat Gula, la ragazza nel campo profughi di Peshawar in Pakistan diventata un’icona assoluta della fotografia mondiale.

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