Gli anni di Piombo ne “L’infiltrato”, l’ultimo romanzo di Vindice Lecis

Una vicenda storica dai tratti ancora oscuri è al centro dell’ultimo romanzo di Vindice Lecis, giornalista sassarese che lavora oggi per il gruppoRepubblica-L’Espresso con la passione per i libri. Da qualche mese è in libreria “L’infiltrato”, pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti per la collana Igloo: il libro è stato presentato il 9 settembre scorso a Cagliari e nei prossimi giorni sarà anche a Bologna; nel frattempo l’editore ha annunciato la seconda ristampa.

“L’infiltrato”, come sempre nella produzione letteraria di Lecis, intreccia verità e finzione, storia e fantasia: se il precedente romanzo “Rapidum” era ambientato ai tempi dell’antica Roma, il nuovo racconta fatti a noi più vicini. Sono gli anni Settanta, l’Italia è sconvolta da uno dei periodi più neri e buoi della sua storia recente, gli Anni di Piombo: bombe, attentati, violenze di piazza che generarono un clima di terrore nel paese sfociato poi nel sequestro e omicidio di Aldo Moro, nel 1978, e nella terribile strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980, dove persero la vita 85 persone e ne furono ferite oltre duecento.

Nell’Italia di fine anni Settanta, in parallelo con le azioni antiterrorismo dello Stato, anche il Partito Comunista portò avanti diverse operazioni di intelligence con l’obiettivo di conoscere e colpire dall’interno le cellule terroristiche brigatiste più pericolose. Tra queste c’è la vicenda di cui parla il libro di Vindice Lecis, già nota e documentata ma ancora velata da riserbo: un accordo segreto tra il senatore Ugo Pecchioli, braccio destro di Enrico Berlinguer, e il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, allora a capo della struttura antiterrorismo, per far infiltrare un militante del Pci tra le Brigate Rosse.

La storia è raccontata alternando documenti realmente esistenti, come articoli e interviste dalla stampa dell’epoca, volantini e  note di terroristi e gruppi rivoluzionari, discorsi di politici, opuscoli e documenti interni ai partiti, a un tessuto narrativo di finzione ambientato tra l’Italia e la Sardegna. In un clima di generale tensione, con i gruppi armati che seminano il terrore con rapine, minacce e attentati volti a destabilizzare il paese, ai protagonisti della vita politica di quegli anni Lecis affianca personaggi inventati, come Antonio Sanna, l’uomo del Pci che gestisce l’operazione di infiltrazione. Non mancano i riferimenti a fatti realmente accaduti: tra tutti il terribile omicidio del sindacalista Guido Rossa.

Francesca Mulas

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