Gavoi, al via L’isola delle storie: dalla Barbagia la musica per l’Europa che unisce

Tutto pronto a Gavoi. L’isola delle storie, il Festival letterario capitanato da Marcello Fois, apre al meglio la tre giorni di incontri, musiche, dibattiti e pubbliche letture all’insegna della condivisione e della conoscenza tra pubblico e autori. Un programma ricco anche per la sua dodicesima edizione, che ieri sera è stato inaugurato dal Concerto per l’Europa, evento promosso dall’Eunic (l’Unione degli Istituti di Cultura europei), in collaborazione con l’Istituto polacco e slovacco di Roma, e patrocinato dall’Enel.

Un concerto che, davanti ad un folto pubblico, ha visto rinnovarsi il piccolo miracolo di un legame ben solido in questo piccolo centro della Barbagia. Un rapporto costruito negli anni, grazie alla partecipazione attiva degli abitanti all’organizzazione.

Ne è ben consapevole Marcello Fois che dal palco, nell’introdurre il Festival, pone l’accento sul riconoscimento del ‘F Label’ europeo, raggiunto a pari merito con Mantova. Un premio a tutti gli sforzi di internazionalizzare sempre più il Festival Isola delle Storie: “Per proporre un prodotto culturale che abbia senso nel mondo. Un festival che raccoglie ogni anno quattro-cinque volte il pubblico dei normali festival di successo – dice Fois-. Per poter così promuovere un’idea di Sardegna che esca dalla depressione antropologica nella quale troppo spesso i sardi si sentono relegati”.  A dare il benvenuto anche il neoeletto sindaco di Gavoi, Giovanni Cugusi, che ha ricordato che il concerto  è simbolicamente pensato per un’Europa che unisce, e non che divide. Un pensiero che va, ovviamente, alla crisi della Grecia.

E ieri la musica ha tentato, appunto, di unire. Era quella di un’ensemble nata per l’occasione, come da tre anni succede a Gavoi, guidata dallo scozzese Fraser Fifield, fiati e cornamusa. Un gruppo di musicisti provenienti da Italia, Antonello Salis, pianoforte e fisarmonica, Polonia, Adam Baldych, violino, e Jack Kochan, alla batteria, con lo slovacco Stefan Bartus, al contrabbasso.

I cinque hanno suonato una playlist costituita da dieci loro composizioni originali, che hanno esaltato in particolare la varietà di provenienze dei musicisti. All’opera l’estro di Salis, le doti tecniche e melodiche del ventinovenne violinista polacco che ha fornito una prestazione di livello superiore, con una quadratura e varietà di timbri ritmici ed armonici capaci di dialogare naturalmente sia con la sezione ritmica, sia con quella dei fiati o della fisarmonica. Un musicista di carattere e di personalità, Adam Baldych. Il risultato finale è stato un concerto mosso dai temi più disparati, con uno spiccato mistilinguismo musicale che ha portato ad aprire il Festival con un messaggio benaugurante. Sapendo che il messaggio più alto, nel proprio piccolo, è quello di unione e di dialogo all’Europa dei popoli di oggi.

Davide Fara

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