Dromos, al via il lungo festival. Ci sarà anche “Mamma Blues”a Nureci

Si arricchisce di nuovi concerti, mostre e proiezioni la diciassettesima edizione del festival Dromos, organizzato dall’omonima associazione culturale in vari centri dell’Oristanese dal 30 luglio al 15 agosto. L’elenco dei comuni in cartellone – Baratili San Pietro, Bauladu, Mogoro, Morgongiori, San Vero Milis e Villa Verde, oltre al capoluogo Oristano – si allunga con la conferma, anche per quest’anno, di Nureci con la “storica” tre giorni di Mamma Blues, in programma dal 13 al 15 agosto nel suggestivo borgo dell’alta Marmilla: un festival nel festival che per la sua ottava edizione ospita il cantante e chitarrista inglese Ian Siegal (il 13), Faris Amine con il suo “desert blues” (il 13 e il 14), i Bud Spencer Blues Explosion (il 14) e, per il gran finale della notte di Ferragosto, il sassofonista nigeriano Orlando Julius, pioniere dell’afrobeat, in concerto con gli Heliocentrics. Ma le novità non finiscono qui: nel cast del diciassettesimo Dromos entra infatti anche il pianista Danilo Rea, atteso il 5 agosto a Bauladu con un tributo a Fabrizio De André.

Le nuove entrate affiancano dunque i nomi già annunciati: il duo OY (atteso il 31 luglio a San Vero Milis), Criolo (il primo agosto a Mogoro), Erik Truffaz & Mauro Sigura Quartet (il 2 agosto a Oristano), Valerio Corzani e Stefano Saletti (il 3 agosto, sempre nel capoluogo), Chucho Valdés con Irakere 40 (il 7 agosto a Baratili San Pietro), il progetto Jazz (R)Evolution di Baba Sissoko, Famoudou Don Moye e Antonello Salis (l’8 agosto a Villa Verde), King Naat Veliov & the original Kočani Orkestar (il 9 agosto a Morgongiori).

Anche la sezione di Dromos dedicata alle arti visive conta una nuova proposta: è la mostra “Mancai Barrosas“, ospitata dal 5 agosto (con inaugurazione alle 19.30) fino al 12 a Bauladu nella Casa Zoccheddu – Erdas. Attraverso gli scatti fotografici di Gianluca Vassallo, un video di Aldo Tanchis e interviste di Antonello Carboni, il progetto curato da Ivo Serafino Fenu con la direzione artistica di Salvatore Corona, racconta la pionieristica esperienza imprenditoriale, tutta al femminile, della Cooperativa Allevatrici Sarde (che ha prodotto e presentato l’iniziativa tre anni fa a Oristano, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua costituzione).

“Mancai Barrosas” si aggiunge dunque alle tre mostre già in programma sul tema di questa edizione di Dromos che si riconosce sotto il titolo “I have a dream – L’utopia necessaria”: si tratta di “SM” di Egle Picozzi, “Sorridere all’Utopia” di Lorenzo dell’Uva, e “L’Utopia negata”, una collezione di Antonio Manca (dal 30 luglio al 13 settembre), tutte curate da Ivo Serafino Fenu alla Pinacoteca comunale di Oristano.

Nel cartellone di Dromos, che, come annunciato, comprende anche una giornata di studi dedicata alle “Utopie all’orizzonte” (il 7 agosto Baratili San Pietro) in cui spicca la presenza di Johan Galtung (mediatore di conflitti e fondatore della disciplina accademica di Studi per la Pace), fanno il loro ingresso anche due proiezioni: il 6 agosto a Bauladu (al Parco di San Lorenzo, ore 21) “Perfidia”, il primo lungometraggio del regista sassarese Bonifacio Angius, vincitore del Premio Giuria giovani al sessantasettesimo Festival del Film di Locarno; e l’11 agosto a San Vero Milis (al Giardino del Museo archeologico, stessa ora), a cura dell’OSVIC, il documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi “Terra Persa”. Il film sulla corsa alla terra e l’abuso che questa subisce in Sardegna sarà introdotto da Paola Gaidano e seguito da un dibattito con Graziano Bullegas e Giovanni Sistu.
Il programma completo

Il diciassettesimo Dromos festival prende dunque il via giovedì 30 luglio con il taglio del nastro, alle 19,30, alla Pinacoteca Comunale di Oristano, delle tre mostre, curate da Ivo Serafino Fenu sulla scorta del tema “I have a dream – L’utopia necessaria”, filo conduttore ispirato al pensiero di Martin Luther King e in omaggio al grande scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, scomparso lo scorso aprile. La fotografia è protagonista in due casi: uno è “SM” , il progetto di Egle Picozzi il cui titolo è l’acronimo della malattia che da circa un anno condiziona gli stati d’animo e le condizioni fisiche dell’artista oristanese: la sclerosi multipla; l’altro è invece “Sorridere all’Utopia”, volti, panorami e scenari catturati dagli scatti del reporter e fotografo napoletano Lorenzo dell’Uva nei suoi viaggi per il mondo. Il terzo allestimento, “L’Utopia negata”, propone una selezione di opere dalla collezione di Antonio Manca con lavori di Nobuyoshi Araki, Paolo Bianchi, ConiglioViola, Gregory Crewdson, Alberto di Fabio, David LaChapelle, Tatsuo Miyajima, Nino Mustica, Elena Nemkova, Panamarenko, Flavio Piras, Sebastian Piras, Roberto Pugliese, Arash Radpour, Mario Schifano, Ronald Ventura e Entang Wiharso. Le esposizioni, proposte dalla Pinacoteca Comunale di Oristano in collaborazione con Dromos, si potranno visitare fino al 13 settembre, dal lunedì alla domenica, la mattina dalle 10 alle 13 e il pomeriggio dalle 17 alle 20.45.

La musica irrompe nel calendario di Dromos l’indomani sera (venerdì 31 luglio, ore 22) a San Vero Milis, nel giardino del Museo Archeologico: protagonista del concerto inaugurale del festival il duo OY, sodalizio con base a Berlino formato dalla cantante e musicista svizzero-ghanese Joy Frempong, voce melodica e versatile, e dal batterista e compositore Lleluja-Ha: una miscela fresca e vitale di acustica e elettronica, tamburi vorticosi, timbri etnici e sonorità contemporanee, tra Africa e Europa.

Sabato primo agosto fa invece tappa a Mogoro (in piazza del Carmine, alle 22) il tour mondiale di Criolo, uno degli artisti attualmente più vitali, popolari e socialmente influenti in Brasile. Dopo aver fatto irruzione sulla scena musicale del suo paese nel 2011 con l’album “Nó Na Orelha” (tre MTV Awards e Miglior album dell’anno per Rolling Stone), con il suo nuovo disco, “Convoque seu Buda” (“Invoca il tuo Buddha”), il cantante e rapper brasiliano prosegue sulla strada del mix tra rap, samba, brega, reggae fino ad abbracciare la canzone melodica con testi di critica sociale.

Domenica 2 agosto la musica di Dromos sbarca anche a Oristano con il quartetto di Mauro Sigura, suonatore di oud di natali torinesi ma radici (e residenza) sarde: una suggestiva combinazione tra suoni, melodie, ritmi della tradizione mediterranea e atmosfere proprie del jazz europeo contemporaneo, impreziosite in questa occasione dalla partecipazione di un ospite del calibro del trombettista francese Erik Truffaz.

Si resta ancora nella città di Eleonora la sera dopo (lunedì 3, ore 22,30) con il progetto “Caracas” di Valerio Corzani (Mau Mau, Mazapegul, Gli Ex, Interiors) e Stefano Saletti (Novalia, Piccola Banda Ikona, Café Loti, Sete Sois Sete Luas Orchestra), che hanno composto, arrangiato, suonato e prodotto il recentissimo album omonimo. Un viaggio in musica che parte dal Mediterraneo per circumnavigare il globo terracqueo con la prua puntata sul meticciato sonoro e sulle alchimie ritmiche, dalla Giamaica del reggae a certo soul-jazz, dal deserto Tuareg alla Turchia sufi, dalle Hawaii al Sudamerica.

Il concerto è preceduto alle 21 da una conferenza di Moni Ovadia (“Le belle utopie”), uno degli artisti più rappresentativi della cultura ebraica in Italia, coadiuvato da Valerio Corzani.

Il 4 agosto spazio al primo appuntamento cinematografico in cartellone, con la proiezione a San Vero Milis (nel giardino del Museo Archeologico con inizio alle 21) del documentario di Raffaello Fusaro “Le favole iniziano a Cabras”, un viaggio attraverso la Sardegna, raccontata da alcuni dei suoi artisti più rappresentativi (dal navigatore oceanico Gaetano Mura alla poetessa Lidia Murgia, dallo scultore Pinuccio Sciola allo stilista Antonio Marras, ai musicisti Gavino Murgia e Paolo Fresu).

Il 5 agosto la carovana di Dromos fa tappa a Bauladu per tre appuntamenti. Il primo, alle 19.30 alla Casa Zoccheddu Erdas, è l’inaugurazione della mostra della Cooperativa Allevatrici Sarde “Mancai Barroras”. La serata prosegue poi all’anfiteatro del parco di San Lorenzo nel segno di Fabrizio De André. Alle 21 si proietta il film di Gianfranco Cabiddu “Faber in Sardegna”: uscito con grande successo nelle sale lo scorso maggio, racconta il rapporto tra il cantautore genovese e un luogo speciale come l’Agnata e la Sardegna. Nella seconda parte le immagini restaurate e rimasterizzate dell’ultimo concerto di Faber, ripreso dal vivo al Teatro Brancaccio di Roma. Infine, alle 22.30, uno dei pianisti di primo piano della scena jazzistica nazionale, Danilo Rea, presenta il suo personale omaggio a Fabrizio De André, già consegnato alle tracce di un album per l’etichetta tedesca ACT: un’originale rilettura di alcune delle canzoni più celebri di Faber arrangiate spaziando dal jazz alla classica, dal gospel alla ballad.

Si resta a Bauladu anche l’indomani (giovedì 6 agosto) per la proiezione del film di Bonifacio Angius “Perfidia” (alle 21 all’Anfiteatro del parco di San Lorenzo), uscito nelle sale lo scorso autunno dopo un buon successo di critica e pubblico alla sessantasettesima edizione del Festival del film di Locarno.

Giornata intensa all’insegna di “Utopie all’orizzonte” venerdì 7 agosto a Baratili San Pietro.

Dromos_Bud Spencer Blues Explosion_©_Ilaria_Magliocchetti_Lombi
Dromos_Bud Spencer Blues Explosion_©_Ilaria_Magliocchetti_Lombi

Si comincia alle 15.30, al Centro sociale, con un laboratorio per bambini dai 6 ai 10 anni sull’interazione sociale e la trasformazione dei conflitti, curato da Erika Degortes, direttrice di Transcend Peace University e cofondatrice del Galtung- Institute for Peace Theory and Peace Practice (ingresso libero su prenotazione al numero 0783310490).

Dalle 16,30 l’epicentro delle attività si trasferisce alle Cantine Madau, per una serie di appuntamenti in successione affidati alla conduzione del giornalista Pietro Porcella. Si comincia con la tavola rotonda “Avanzare in forza dei sogni”, moderata dalla dottoressa Elisa Piras, un confronto di esperienze fra operatori di diversi ambiti sociali e culturali: operatori delle carceri, dei centri d’accoglienza, di salute mentale e della scuola. Dalle 18 spazio a uno tra i più autorevoli ideologi della non violenza: il matematico e sociologo norvegese Johan Galtung con una lezione sulla situazione mondiale contemporanea.

“L’utopia e l’Ethos europeo. La crisi è l’inizio”: questo il titolo dell’ultimo segmento della serata alle Cantine Madau che (a partire dalle 18,30) vedrà dialogare in pubblico ancora Johan Galtung con Vinicio Busacchi, professore associato di Filosofia Teoretica all’Università di Cagliari, nonché rappresentante nazionale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG).

A completare la serie di iniziative, una mostra del Centro per l’Autonomia per Sofferenti Mentali (servizio del PLUS distretto di Oristano, gestito dalla Società Cooperativa CTR Onlus, in collaborazione con il Centro di Salute Mentale della Asl di Oristano): dalle 16,30 a mezzanotte, in Piazza delle Feste.

Dalle riflessioni alla musica (alle 22 al Parco Comunale) con uno dei maestri indiscussi del jazz afrocubano, Chucho Valdés. Classe 1941, vincitore di cinque premi Grammy e tre Latin Grammy, il pianista, compositore e arrangiatore di Quivicán sbarca in Sardegna col suo progetto Irakere 40 con cui rivisita e reinterpreta la musica dello storico gruppo che ha co-fondato nel 1973 e con cui ha suonato fino al 2005. La serata si chiude sempre all’insegna delle sonorità caraibiche col dopofestival alle 23.30 nella piazza centrale con Kike Quintana Son de Cuba.

Altre sonorità e atmosfere sabato 8 agosto a Villa Verde: nel bosco di Mitza Margiani è di scena (alle 22) il progetto Jazz (R)Evolution di Baba Sissoko con due compagni di viaggio del calibro di Famoudou Don Moye, batterista dell’Art Ensemble of Chicago, e Antonello Salis al pianoforte e alla fisarmonica. Originario di una grande dinastia di griots del Mali, Baba Sissoko canta e suona con maestria una serie di strumenti tipici, come il tamani (il talking drum) e lo n’goni (uno strumento a pizzico), e ama integrare melodie e ritmi propri della sua tradizione musicale con le sonorità del jazz e del blues, anche grazie alle tante esperienze maturate con musicisti provenienti da altri contesti e culture musicali, come appunto in questo progetto con Salis e Moye, consegnato di recente alle tracce di un album.

La rotta di Dromos punta idealmente verso i Balcani la sera del 9 agosto con King Naat Veliov & the original Kočani Orkestar in concerto nel centro storico di Morgongiori a partire dalle 20. E c’è da attendersi un trascinante spettacolo di melodie e ritmi meticci, tra Oriente e Occidente come è nella tradizione delle fanfare balcaniche: musica sincera, ora struggente, ora travolgente, carica di colori e di forti contrasti, suonata con grande intensità dalla formazione macedone guidata dal trombettista Naat Veliov.

Il festival si concede un giorno di pausa prima della già citata proiezione del documentario di Michele Mellara e Alessandro Rossi “Terra Persa”, l’11 agosto a San Vero Milis (al Giardino del Museo archeologico, alle 21) e del rush finale con il Mamma Blues dal 13 al 15 agosto a Nureci. Ciascuna delle tre serate, tutte con inizio alle 22 all’Arena Mamma Blues, è preceduta (alle 20 alla Corte Saba) da un incontro con i suoi protagonisti. Ecco, dunque, il 13 agosto, uno dei nomi di spicco della scena blues britannica, il cantante, chitarrista e compositore Ian Siegal, atteso in Sardegna con la sua band (Dusty Ciggaar alla chitarra, Danny Van’t Hoff al basso e Raphael Schwiddessen alla batteria). Venerdì 14 ecco invece i Bud Spencer Blues Explosion, una delle realtà più elettrizzanti della scena indipendente italiana dell’ultimo decennio. Prendendo le mosse dal loro album più recente, “BSB3”, Adriano Viterbini (voce e chitarra) e Cesare Petulicchio (batteria) portano in tour uno spettacolo tutto nuovo in cui il duo romano rivisita sotto una nuova luce anche materiale del suo repertorio.

Ad aprire entrambe le serate, Faris Amine, chitarra e canto nel segno del “Desert blues”. Di padre italiano e madre tuareg, lo scorso maggio ha firmato l’album “Mississippi to Sahara” in cui recupera parte delle origini del blues attraverso la tradizione dei suoi antenati nel Sahara.

Chiusura del festival la notte di Ferragosto con il sassofonista nigeriano Orlando Julius, autentico pioniere dell’afrobeat, in arrivo in Sardegna con gli Heliocentrics, la band di base a Londra già apprezzata per la sua collaborazione con un altro grande protagonista della musica africana, Mulatu Astatke. Nigeriano, classe 1943, Orlando Julius è stato un artista cruciale per la nascita, lo sviluppo e la diffusione dell’afro-pop a partire dagli anni Sessanta, fondendo ritmi e sonorità tradizionali africane con quelli del pop, del soul e del rhytm & blues: una formula consegnata nel 1966 alle tracce dell’album “Super Afro Soul” che l’ha reso famoso in patria ma che ha anche contribuito a plasmare il movimento funk negli Stati Uniti.

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