Secondo quanto spiega sempre a Repubblica, Cristiana Collu è convita che «c’era bisogno di rilanciare e di comunicare una certa visione del museo, invece prevale una sorta di indefinitezza, probabilmente dettata dalla crisi generale che oggi investe le istituzioni culturali. La crisi porta a cercare un prodotto che garantisca i numeri e gli introiti, come se fossero gli unici indicatori».
«Nella gestione di un’istituzione culturale, su punti come ricerca, conservazione e divulgazione non può esserci compartecipazione di pubblico e privato», aggiunge Collu che afferma di non avere incarichi nuovi all’orizzonte. «Dovrei muovermi da dove mi trovo solo perché mi si offre qualcos’altro?»