Cinema, Il Muto di Gallura è un successo. I numeri nelle sale dell’Isola

Ben 21.918 biglietti venduti (90 per cento dei quali in Sardegna) in sole 17 sale di uscita. Un incasso che supera abbondantemente i 140mila euro. Tanto da farlo salire nella classifica dei film più visti in Italia alla dodicesima posizione dopo due settimane dall’uscita nei pochi cinema dell’Isola e a nove giorni dall’andata in sala nel cosiddetto continente. Per un film recitato in gallurese stretto – con sottotitoli in italiano – non c’è davvero male. Se si fanno un po’ di proporzioni ci si rende conto che Il “Muto di Gallura”, il film quasi biopico sulla sanguinaria avventura del bandito sordomuto Bastiano Tansu a metà dell’Ottocento nel paese di Aggius, è quasi un blockbuster. Di più: “Il muto” è entrato nel mito. Come a suo tempo ci erano entrate le sue gesta durante la efferata faida tra i Vasa e i Mamia che finì solo dopo 70 morti ammazzati in meno di sei anni.


Tratto dall’omonimo libro pubblicato nel 1884 del cronachista sardo Enrico Costa, che narrò questa faida scatenata dalla rottura di una promessa di matrimonio, la saga feroce di questo disgraziato sordo muto dalla nascita si è tramandata nell’isola come le gesta di altrettanti efferati banditi e assassini che hanno infestato la Sardegna dal ‘600 fino quasi a oggi.
Va anche detto che il film è stato mesi fa l’unico italiano in gara all’ultimo festival di Torino e che secondo quanto riporta Costa nel suo libro giornalistico all’epoca i piemontesi faticavano non poco a tenere l’ordine pubblico, di fatto lasciandolo in mano alla chiesa e ai capi fazione delle varie faide che dilaniavano l’isola spesso per futili motivi.

Proprio durante la suddetta faida inizia la parabola di questo cecchino sordomuto micidiale nel tiro di schioppo: “Dove mette l’occhio mette la palla”. Bastiano Tansu apparteneva alla fazione dei Vasa, quelli che ruppero la promessa di matrimonio del loro figlio Pietro con Mariangiola Mamia. Il regista Matteo Fresi , torinese, di madre gallurese, una specie di sintesi dell’antico regno di Piemonte e Sardegna, si supera nella ricostruzione filologica del dialetto dell’epoca in una zona oggi addomesticata che si chiama Costa Smeralda. Ben lontana dal nuorese raccontato da un altro grande scrittore locale, Salvatore Satta, nel romanzo “Il giorno del giudizio” dei primi del ‘900.

La Gallura, e in ispecie il paese di Aggius, due mila anime in tutto alla metà dell’ottocento e duecento stazzi di abitazione, era zona off limits. Tanto che il re Carlo Alberto ipotizzava di deportare in diversi paesi dell’isola i litigiosi abitanti del paese in questione, meditando di raderlo al suolo. Tutto ciò si perde in un confine in cui la realtà e la leggenda del Muto sono da tempo interconnessi. Logico che questo film avrebbe fatto furore quindi, ma i dati di vendita di una pellicola simile, non di certo commerciale, per giunta distribuita in sole 17 sale, restano davvero sorprendenti.

Dimitri Buffa

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