Archeologia sperimentale, a Gergei verrà costruito un nuovo nuraghe

La pietra, simbolo di una straordinaria storia millenaria della Sardegna. Sono le pietre dei nuraghi, is perdas beccias, le stesse che disegnano dall’alto il paesaggio e i confini dell’Isola, attraverso i muretti a secco e i resti di quegli insediamenti. Testimonianze preziose di una cultura evoluta, ancora poco conosciuta e poco valorizzata, di grandi guerrieri e di grandi architetti, artefici e maestri di imprese straordinarie. Non vi è alcuna traccia scritta su quelle tecniche costruttive o sulla vita della comunità, tramandata da quel periodo. Ma quelle architetture millenarie custodiscono ancora la nostra identità e sono l’espressione più eloquente delle capacità creative di quell’epoca lontana. Elementi costitutivi del paesaggio della Sardegna, dal forte valore ideologico, spirituale e identitario, ancora oggi da approfondire in merito alle tecniche costruttive e alla destinazione funzionale originaria.

Da Gergei, un piccolo Comune nel Sarcidano, immerso in uno splendido scenario che racchiude preziosi siti archeologici e architettonici del periodo pre-nuragico e nuragico, fenicio punico e romano, ha origine il cuore di un progetto guidato dall’associazione culturale Perdas Novas che prende vita tanti anni fa dalla passione per la civiltà nuragica e per le pietre, dallo studio sul campo delle tecniche costruttive arcaiche dei nuraghi e dall’amore per la propria terra dei fratelli Simone Ollanu e Claudio Ollanu, rispettivamente presidente e vicepresidente, insieme a Beatrice Auguadro, architetta di origini sarde residente a Como, appassionata della Sardegna e dell’archeologia nuragica, anche lei promotrice del progetto. Una iniziativa che vede l’organizzazione nell’Isola del primo convegno internazionale “Architetture di pietra – Strutture megalitiche e monumentali in Sardegna e nel Mediterraneo in epoca preistorica e protostorica” e il lancio del “Progetto Nuraghe|Perdas Novas”, il più grande progetto di cantiere sperimentale nuragico avviato in Sardegna per la costruzione ex novo di un nuraghe trilobato nell’agro di Gergei, con tecniche di archeologia sperimentale e l’organizzazione logistica di un cantiere di epoca nuragica. Un’impresa che sin dai primi passi è accompagnata e sostenuta da un appassionato gruppo di studiosi ed esperti, ingegneri, architetti, archeologi, storici, filosofi, ricercatori a vario titolo e operatori economici, nata dall’urgenza di intraprendere una serie di iniziative volte alla conservazione e alla valorizzazione dell’eredità culturale e contribuire al rilancio del patrimonio architettonico e monumentale sardo di epoca preistorica e protostorica, caratterizzato proprio dalle architetture antiche degli oltre 8.000 nuraghi.

Non era mai stato tentato da nessuno: costruire daccapo, con pietre nuove, un nuraghe, restando il più aderente possibile alle probabili e realistiche tecniche costruttive dell’epoca, attraverso l’utilizzo dei materiali disponibili sul territorio, come presumibilmente succedeva in antichità. Uno spazio di lavoro propedeutico che richiederà almeno vent’anni per l’innalzamento dell’opera e che si basa sulla conoscenza attraverso lo studio e la sperimentazione, in cui si seguono i principi dell’archeologia sperimentale a partire dall’opera di taglio, trasporto e posa delle grandi pietre. Il convegno rappresenta l’evento di lancio del più grande progetto di cantiere sperimentale nuragico avviato in Sardegna.

 La prima fase del progetto, attualmente già in corso, vede nel cantiere di archeologia sperimentale “Is Perdas” (Gergei), finanziato attraverso un bando Gal, visitabile in occasione del convegno, le prove di costruzione a terra, attraverso uno studio pratico-scientifico, della parte sommitale del nuraghe: quella parte che purtroppo non possiamo più vedere nei monumenti millenari a tholos della Sardegna, perché crollata. Il cantiere di archeologia sperimentale Perdas Novas dove invece nella seconda fase verrà costruito integralmente il Nuraghe, avrà la sua sede ufficiale nell’agro di Gergei.

“Costruire per capire”, è il motto che muove i promotori dell’iniziativa, i fratelli Simone Ollanu e Claudio Ollanu, alla guida dell’associazione Perdas Novas insieme all’architetta Beatrice Auguadro, affiancati dal supporto tecnico-scientifico di studiosi della civiltà nuragica e dal contributo fondamentale di maestri artigiani della lavorazione della pietra, del legno, delle corde. “Un sogno che nasce dal contatto con la materia che caratterizza la nostra terra: la pietra. È la passione che ci spinge a realizzarlo, proviene da lontano ed è stata alimentata in questi anni dal rispetto, dalla curiosità, e dall’orgoglio provati dinanzi ai monumenti antichi sapientemente costruiti dai nostri antenati: i Nuraghi”, spiega Claudio Ollanu, vicepresidente di Perdas Novas. Costruire ex novo un nuraghe, significa quindi entrare in contatto con la terra, il passato, la materia, gli strumenti, la fatica, le tecniche arcaiche: creare un ponte diretto con i nostri avi per non dimenticare la maestria di chi ci ha preceduto e per poter contribuire alla divulgazione della nostra storia, delle nostre radici e della nostra identità. Passato, presente e futuro che traggono forza vitale dalla stessa materia: le pietre, is perdas.

Il 1011 e 12 novembre si terrà il convegno che si articolerà nelle tre giornate dalle 9:00 del mattino fino alla sera, rispettivamente nei Comuni di SerriIsili Gergei, e vede tra i relatori tanti esperti e studiosi, sardi, nazionali e internazionali, il coinvolgimento dell’Università di Cagliari e dell’Università di Sassari, la Regione Sardegna, la Fondazione di Sardegna, la Soprintendenza di Cagliari, la Soprintendenza di Oristano e Sud Sardegna, la Soprintendenza di Sassari, la Comunità Montana Sarcidano-Barbagia di Seulo, il Gal Sarcidano-Barbagia di Seuloi sindaci che ospitano l’evento di GergeiIsili e Serri, la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), i comuni del territorio (Barumini, Mandas, Escolca, Gesturi, Laconi, Nuragus, Nurallao, Genoni) e dell’isola,e i rappresentanti e le rappresentanti istituzionali. Un’occasione unica di condivisione e di confronto diretto con una serie di importanti realtà regionali, nazionali e internazionali di esperti delle strutture megalitiche e monumentali, dal Neolitico sino alla fine del I millennio a. C. e di altri paesi del Mediterraneo, per approfondire in particolare le caratteristiche costruttive delle costruzioni in pietra e a secco.

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