Violenza nel carcere di Uta, altri agenti feriti. Il sindacato: “Situazione insostenibile”

Diventa sempre più critica la situazione all’interno del carcere cagliaritano di Uta. Dopo neanche 24 ore dall’incendio in una cella nel quale sono rimasti intossicati sei agenti con un poliziotto picchiato dal detenuto che ha appiccato le fiamme, nuova aggressione nei confronti di alcuni poliziotti penitenziari. A denunciare la situazione di tensione è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria-Sappe: “Ieri – informa – un altro detenuto ristretto nella stessa sezione e sottoposto al regime del 14-bis, proveniente dal carcere di Perugia nel quale in un solo mese ha spedito all’ospedale decine di poliziotti, è uscito dalla cella manomettendo la serratura e nel corridoio della sezione, armato di un bastone appuntito, ha colpito violentemente gli agenti in servizio colpendone uno sulla testa e poi ha aggredito violentemente anche gli altri poliziotti che nel frattempo erano arrivati in soccorso dei colleghi causando ad uno di questi una ferita alla mano alla quale sono stati applicati diversi punti di sutura”.

“Continua l’ondata di violenze ai danni del personale di Polizia penitenziaria in Sardegna e ancora nulla si sta facendo per sanare questa drammatica situazione”, osserva Luca Fais, segretario regionale del Sappe, insieme a Luca Loi, dirigente Sappe Cagliari. Per il segretario generale del sindacato, Donato Capece, “con questi ulteriori gravi eventi critici sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi della Casa circondariale di Uta a Cagliari: e questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali e auspichiamo  un celere intervento di questo governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”.

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