Sassari, video choc in ospedale: il Mos querelato dalla direttrice della clinica

Querela per l’associazione che con un video aveva denunciato il degrado della Clinica Infettivi

Maristella Mura, direttrice della clinica “Malattie Infettive” dell’Università degli studi di Sassari, non ha gradito la denuncia del Movimento Omosessuale Sardo sullo stato di degrado e abbandono del reparto in cui sono curati gli infettivi.

A sei mesi di distanza dal video choc, presentato al NAS dei Carabinieri e di cui abbiamo parlato anche su Sardinia Post, ecco la risposta della Mura: una querela per diffamazione a mezzo stampa presentata al Tribunale di Cagliari contro Barbara Tetti, presidente del MOS. 

La denuncia sulle pessime condizioni della clinica sassarese era stata divulgata a tutti i quotidiani isolani nell’agosto scorso: una lettera in cui si descrivevano le condizioni di stanze e corridoi della clinica, che assiste soprattutto sieropositivi, e un video che documentava spazi fatiscenti e sporchi, insetti, cavi elettrici scoperti e tubi a vista.

“Grazie alla nostra segnalazione, dopo la visita dei NAS i locali furono sottoposti a disinfestazione, i cavi elettrici eliminati e pavimenti e pareti puliti – sottolinea Massimo Mele, portavoce del Movimento –  speravamo che la nostra denuncia potesse accelerare i tempi di un trasferimento rimandato da troppo tempo nei nuovi locali di viale San Pietro, trasferimento previsto per il 2013 e non ancora realizzato. Ma l’accusa, tutta politica, è stata percepita come un attacco personale da chi invece riveste un ruolo pubblico e di responsabilità di una struttura sanitaria pubblica e unico centro di riferimento di tutto il Nord Sardegna per le malattie infettive e parassitarie”.

Piena solidarietà per il MOS anche dall’omologa associazione cagliaritana, ARC: “È sconcertante che un’associazione che da più di vent’anni si occupa sul territorio regionale di lotta alle MST (Malattie Sessualmente Trasmissibili), prevenzione e supporto ai malati – sottolinea il rappresentante, Carlo Dejana – invece di trovare al proprio fianco le istituzioni, con cui, per altro, ha collaborato così a lungo, venga denunciata per essere stata ancora una volta al servizio dei pazienti e aver reso pubblica quella situazione indecorosa. Non possiamo che augurarci che la denuncia, frutto di un superabile malinteso, venga ritirata quanto prima da parte della Clinica Malattie Infettive, in modo tale che il MOS possa riprendere a tempo pieno ad occuparsi, insieme all’ARC e alle tante altre realtà sarde, dei diritti e del sostegno delle persone della comunità lgbt isolana”.

I rappresentanti del MOS sperano a questo punto che la querela venga ritirata: “Mai, e in nessun caso, è stata nostra intenzione offendere nessuno ma semplicemente salvaguardare la salute e anche la dignità delle centinaia di pazienti della Clinica così come del personale medico ed infermieristico, costretti a lavorare in condizioni spesso inaccettabili. La nostra voleva essere una denuncia pubblica del degrado in cui, ancora oggi, si trova la Clinica, simbolo della perdurante emarginazione e discriminazione che ancora oggi subiscono le persone sieropositive e pensavamo che la professoressa Mura, con tutta la Clinica, sarebbero stati al nostro fianco. Forse anche con un chiarimento pubblico circa le responsabilità politiche e amministrative dell’odissea della Clinica di Malattie Infettive durata più di vent’anni. Mai avremmo immaginato che si potesse arrivare a denunciare l’unica associazione che per vent’anni si è occupata di Aids, dentro e fuori dalla Clinica di Malattie Infettive. Tutti i soldi che spenderemo in questo assurdo processo saranno soldi tolti alla lotta all’Aids, all’informazione, alla prevenzione e al sostegno delle persone sieropositive”. 

 

Francesca Mulas

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