Valentina Pitzalis, verso l’archiviazione: “Fu vittima e non carnefice dell’ex”

Dopo tre anni di indagini e un lunghissimo incidente probatorio, il procuratore aggiunto di Cagliari, Gilberto Ganassi, ha chiesto l’archiviazione per Valentina Pitzalis, la giovane diventata un simbolo della violenza sulle donne, rimasta sfigurata nel rogo dell’abitazione di Bacu Abis del 18 aprile 2011 dove morì l’ex marito Manuel Piredda, muratore di 27 anni di Gonnesa. Già altre due volte la Procura, con l’aggiunto Paolo De Angelis, aveva archiviato l’indagine sull’incendio, avallando la ricostruzione che vedrebbe l’allora marito della Pitzalis responsabile di aver appiccato il rogo nel quale poi sarebbe rimasto ucciso e dal quale la donna era uscita viva per miracolo, ma riportando nel corpo i segni drammatici del fuoco.

Tuttavia, i genitori del muratore non hanno mai creduto al racconto di Valentina, che non aveva mai perso conoscenza, e hanno presentato un esposto nell’agosto 2017 sfociato nell’apertura di un fascicolo per omicidio volontario e incendio doloso. Il procuratore aggiunto Ganassi, per non lasciare nulla al caso, aveva chiesto un incidente probatorio davanti alla gip Maria Gabriella Muscas. Due le conclusioni a cui sono arrivati gli esperti nominati dal giudice: sul corpo di Piredda non ci sono segni di violenza tali da far pensare a un omicidio, ma anche che il giovane di Bacu Abis era morto soffocato prima che il fuoco lo avvolgesse.Terminato l’esame degli esperti, Ganassi ha ora chiesto nuovamente l’archiviazione.

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