Vaccini, terza dose ai pazienti fragili. Controlli sul green pass: ecco le regole

È arrivato ufficialmente il via libera del Comitato tecnico scientifico alla terza dose per gli over 80 e gli ospiti delle Residenze sanitarie assistite. È il parere espresso dagli esperti del governo che hanno invece rinviato la decisione sull’estensione anche al personale sanitario: non ci sarebbe l’urgenza e non si tratta di soggetti fragili. Si allarga, quindi, il numero di persone che potranno accedere alla terza dose. Il 20 settembre scorso, infatti, era stata decisa la terza dose per gli immunocompromessi, vale a dire pazienti trapiantati, oncologici o con patologie autoimmuni, complessivamente circa 3 milioni di persone. In Sardegna le somministrazioni partiranno lunedì 27 a Cagliari all’ospedale Brotzu, a La Maddalena e a Olbia nei centri vaccinali.

Intanto aumentano i controlli anche in Sardegna sul rispetto dell’obbligo del green pass. Al lavoro, in particolare i carabinieri del Nas e gli agenti della polizia locale. Proprio il Nas, nei giorni scorsi ha multato a Cagliari il titolare di una sale giochi-slot machine perché non ha fatto rispettare ad alcuni clienti l’obbligo di green pass. Proprio per evitare confusione ieri Palazzo Chigi ha pubblicato l’aggiornamento delle cosiddette Faq rispondendo alle domande scaturite dall’approvazione del decreto che estende l’obbligo di certificato verde a tutto il mondo del lavoro. Ecco tutte le novità principali.

Per quanto riguarda i lavoratori autonomi è stato chiarito dal governo che non c’è obbligo del pass per i clienti di un taxi mentre coloro che ricevono in casa un idraulico, un elettricista o un qualsiasi altro tecnico per una riparazione non dovranno controllare se ha il certificato in quanto “non sono datori di lavoro ma stanno acquistando dei servizi. È comunque loro facoltà chiedere l’esibizione del green pass”.

Diverso invece il discorso per colf e badanti. In questo caso infatti “il datore di lavoro – si legge nelle Faq – è tenuto a verificare che la dipendente abbia il green pass”. Il libero professionista dovrà però avere il pass. “Quando accede nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa viene controllato dai soggetti previsti dal decreto-legge n. 127 del 2021. Il titolare dell’azienda che opera al suo interno viene controllato dal soggetto individuato per i controlli all’interno dell’azienda”. I privati non dovranno però avere delle piattaforme di controllo analoghe a quelle della scuola o del pubblico impiego. “Al momento non sono previste piattaforme analoghe – dice il governo – se ne potrà verificare in seguito la realizzabilità da un punto di vista tecnico ed eventualmente modificare il Dpcm che disciplina le modalità di verifica”.

Per quanto riguarda invece lo smart working e le ispezioni in azienda, Palazzo Chigi chiarisce che chi lavora sempre in smart working non dovrà avere il pass, che “serve per accedere ai luoghi di lavoro. In ogni caso – aggiunge però – lo smart working non può essere utilizzato allo scopo di eludere l’obbligo di green pass”.

Sul fronte dei controlli, il governo sottolinea che quelle aziende che effettueranno le verifiche a campione sui dipendenti non incorreranno nelle sanzioni nel caso in cui un controllo delle autorità dovesse riscontrare la presenza di lavoratori senza green pass, “a condizione che i controlli siano stati effettuati nel rispetto di adeguati modelli organizzativi come previsto dal decreto legge 127 del 2021”. Chiaramente il certificato verde non fa venire meno le regole di sicurezza già previste dalla normativa: rimane, quindi, il metro di distanza nei luoghi di lavoro.

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