Usala al Papa: “Vengo a Roma per protestare e se necessario morire”

Drammatica lettera di Salvatore Usala al Papa. Il 22 ottobre i malati di Sla saranno a Roma. Chiedono che l’assistenza venga affidata alle famiglie. In assenza di risposte, sciopero della sete

Mi presento. Sono Salvatore Usala, malato di SLA, con tracheostomia e PEG, vivo a Monserrato, vicino Cagliari. Hai conosciuto i miei compagni di malattia e di lotta: purtroppo non sono potuto venire, avevo gli assistenti in ferie. Abbiamo due associazioni: una sarda, Viva la Vita Sardegna Onlus, l’altra nazionale, Comitato 16 Novembre Onlus, io sono segretario di entrambe. Ho accolto con vera gioia le tue rivoluzionarie esternazioni sui Gay, sul dio Danaro, sulla Lotta e tante altre che rasentano “l’eversione Papale”. E poi: “Sei un uomo speciale che scende dal Suo scranno, terra, terra, al livello degli umili e dei bisognosi. Ti ammiro per il coraggio mostrato, per la coerenza e per non avere mai peli sulla lingua”.

Comincia così la lettera che Salvatore Usala ha inviato al Santa Padre. Una lettera affettuosa nel tono, terribile nella sostanza e nelle conclusioni: Usala – quando è passato un anno dalla clamorosa manifestazione dei malati di Sla davanti al ministero dell’Economia – annuncia che il 22 ottobre sarà nuovamente là, con altri malati, per attuare un “presidio permanente” e avviare uno sciopero della fame. E che dal 24 ottobre non assumerà liquidi. “E’ la mia sfida – scrive – all’ipocrisia del denaro, davanti al palazzo del potere. Rischio la morte celermente, sono fragile come un bambino, la vita in un corpo inerme, ma non ho paura di morire. Sarò la vittima sacrificale in uno stato indegno di essere chiamato civile. Sono sempre stato coerente, di parola, da buon sardo nuorese, l’Italia diventerà la vergogna d’Europa, dopo spenderanno il doppio”.

Una sfida, una protesta estrema, che ha lo scopo di sostenere un principio e non di tutelare i propri interessi. Usala tiene a precisarlo. Infatti scrive al Papa: “Per quanto mi riguarda non posso lamentarmi, la regione Sardegna mi passa 57.000 euro, nel 2014 saranno 65.000, potrò assumere un altro assistente”. E poi: “Potevo decidere di non fare la tracheostomia 5 anni fa, sarei morto, ho scelto la vita per lottare. LA MIA VITA NON MI APPARTIENE, appartiene ai malati silenti, ai depressi, a chi non può difendersi, a chi è stanco di protestare, a chi è stanco di vivere in uno stato che trascura i bisogni degli ultimi. Nel 2008 avevamo 3 miliardi nel sociale, nel 2013 600 milioni strappati l’anno scorso a rischio della vita”.

“L’Italia diventerà la vergogna d’Europa”. E’ lo stesso slogan della manifestazione di un anno fa. Allora l’obiettivo – che fu raggiunto dopo un incontro di Usala e di una delegazione di malati con i rappresentanti del governo – era il ripristino del fondo nazionale per le disabilità più gravi e per i malati non autosufficienti. Questa volta è la richiesta di risposta alla richiesta di estendere a tutt’Italia il modello di assistenza già operativo in Sardegna dal 2006.

“Il 16 settembre – scrive ancora Usala – abbiamo mandato una lettera al Governo che ti allego. In sintesi chiediamo che i malati restino a casa o rientrino dai ricoveri in Residenze Sanitarie Assistenziali (Rsa). Lo stato spende 18 miliardi per le Rsa, noi abbiamo proposto di utilizzare il 25%, 4,5 miliardi, per riportare in famiglia disabili, vecchi e malati. Chiediamo il 50% di quanto lo Stato spende per le Rsa, i risparmi, pari a 2,1 miliardi, possono essere utilizzati per evitare l’aumento dell’IVA o per creare lavoro oppure per aiutare la povera gente. Da precisare che si creerebbero 200.000 posti di lavoro“.

Alla lettera del 16 settembre non è stata data risposta. Ed ecco la decisione di attuare una nuova protesta estrema. E di invitare il Papa ad assistervi: “Francesco, TI INVITO al nostro presidio, la Tua prestigiosa presenza darà alla manifestazione un alto prestigio per vincere una battaglia di civiltà e dignità, TI PREGO! Tutti i disabili te ne saranno grati, ed anche i lavoratori che troveranno lavoro”. Invito ribadito nell’ultima riga: “Papa Francesco, mi serve aiuto, conforto e consigli. TI ASPETTO!”

Il progetto di applicare in tutt’Italia il modello di assistenza che esiste in Sardegna, secondo Usala, “è fattibile in 5 minuti, basta volerlo”. “Hanno tagliato -sottolinea – ospedali, centri, posti letto solo per tagliare, spesso in maniera sconsiderata e inopportuna”. E aggiunge: “Il fatto che la sanità è circondata da lobby, sciacalli e avvoltoi, pronti ad ogni meschinità pur di arricchirsi. Ci sono tanti loschi figuri che fanno collezione di Rsa come fossero figurine. Ci sono anche tante eccellenze dove i pazienti hanno un trattamento umano”.

Infine, l’annuncio: “Verrò dalla Sardegna con viaggio di sola andata, dal 22 ottobre sarò in sciopero della fame totale, dal 24 non assumerò più liquidi, è la mia sfida all’ipocrisia del denaro, davanti al palazzo del potere. Rischio la morte celermente, sono fragile come un bambino, la vita in un corpo inerme, ma non ho paura di morire. Sarò la vittima sacrificale in uno stato indegno di essere chiamato civile”.

 

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