Unioni civili, gli attivisti sardi in piazza: “Questa legge non ci basta”

“Uguali a metà”: questo, in tre parole, il giudizio delle associazioni sarde che si occupano di diritti civili a proposito del  disegno di legge ‘Cirinnà’ appena approvato dal Senato della Repubblica e ora al vaglio delle commissioni parlamentari. Se la legge ‘Disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili’ dovesse essere varata così com’è, le coppie gay e lesbiche in Italia potrebbero avere accesso alla forma giuridica detta ‘unione civile’. Stralciato invece, dopo un acceso dibattito dentro e fuori il Parlamento, l’articolo sulle adozioni del figlio del partner: è questa la parte della legge che le associazioni lgbt sarde e italiane rivendicano, sostenendo che la normativa così com’è non basta.

“Da una lato c’è un passo avanti rappresentato dall’introduzione di alcuni diritti dei quali fino a ieri eravamo privi – sostengono i rappresentanti dell’associazione Arc Cagliari – dall’altro, dopo anni di battaglie per l’uguaglianza, proviamo rabbia e delusione per una legge che ancora ci discrimina e che lascia fuori i soggetti più deboli, le bambine e i bambini delle famiglie arcobaleno. È difficile spiegare le ragioni del dissenso per una legge che in questi giorni viene presentata, sia dal governo che da molta stampa, come l’unica possibile: in realtà, il testo passato in Senato con il voto di fiducia nasconde il fallimento del Parlamento e le ipocrisie di un Paese ancora impaurito delle differenze.

Una discriminazione che secondo Arc non riguarda solo le Famiglie Arcobaleno, cioè quelle formate da una coppia gay o lesbica con figli, ma tutti i destinatari della legge: “L’eliminazione dell’obbligo di fedeltà e l’introduzione del divorzio lampo per le sole unioni civili e non per il matrimonio è un modo per continuare a dire al Paese che le nostre relazioni sono minori, di serie B: è paradossale che perfino innovazioni positive siano giocate in chiave discriminatoria”.

Per questo motivo le associazioni sarde, Arc e Movimento Omosessuale Sardo in prima fila insieme a Cgil Nuovi Diritti, Centro Donna Cgil Cagliari, Famiglie Arcobaleno, Agedo di Cagliari e Sassari, Unica Lgbt chiamano ancora una volta i cittadini in piazza per una nuova manifestazione, a distanza di 40 giorni dall’ultima ‘SvegliatiItalia’ che ha portato migliaia di sardi in strada tra Cagliari e Sassari: “Il movimento sardo è unito nel dire che quel che si è ottenuto non ci basta e intende proseguire la propria lotta verso la piena uguaglianza di tutte e tutti: l’unica vera legge civile è quella del ‪matrimonioegualitario‬”.

L’appuntamento è in programma sabato 5 marzo alle 16,30 in piazza Del Carmine a Cagliari.

 

Francesca Mulas

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