Uccise a colpi d’ascia i suoceri, un teste: “Non dimenticherò mai quello che ho visto”

“Nonostante i tanti anni di servizio, non riuscirò mai a dimenticare quello che ho visto”, ha detto il maresciallo Gianfranco Serra in Tribunale a Sassari. Il militare ha visto con i suoi occhi la scena nella casa di Porto Torres, dove un 40enne di Ploaghe – Fulvio Baule – ha ucciso a colpi d’ascia i suoceri e ridotto in fin di vita la moglie. È ripreso oggi in Corte d’assise a Sassari il processo con giudizio immediato e in aula hanno deposto quattro testimoni chiamati dalla pm Enrica Angioni: una vicina di casa che negli attimi successivi all’aggressione si prese cura dei due figli di un anno della coppia, e tre carabinieri della compagnia di Porto Torres che intervennero sul luogo del massacro. I militari hanno raccontato lo scenario da incubo in cui si sono imbattuti appena arrivati sul posto, i primi soccorsi alle due donne e la prima confessione di Baule che si costituì pochi minuti dopo in caserma.

L’imputato, presente in aula accanto al suo avvocato difensore Nicola Lucchi, nelle prossime udienze si sottoporrà all’esame. La famiglia delle vittime si è costituta parte civile con gli avvocati Gabriele Satta, Gianmario Solinas e Silvia Ferraris. Il duplice delitto risale alla sera del 26 febbraio 2022: dopo aver litigato per strada con la moglie Ilaria Saladdino, davanti al palazzo dove lei abitava con i genitori a Porto Torres, Baule prese un’ascia dal portabagagli della sua auto e colpì alla testa prima il suocero Basilio Saladdino, uccidendolo sul colpo, poi la moglie e infine la suocera, Liliana Mancusa, che morì in ospedale dopo un mese di coma. La moglie restò gravemente ferita. Baule scappò abbandonando per strada i due figli gemelli di un anno che avevano assistito alla strage, per poi costituirsi poco dopo ai carabinieri di Porto Torres. Nelle prossime udienze, il 12 e 26 settembre, saranno sentiti altri testi, in tutto saranno 29, 13 per la pm e 16 per la difesa.

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