Truffa e peculato: il capo dei vigili di Portoscuso finisce ai domiciliari

Obbligava i commercianti a consegnargli merce senza pagarla; usava i mezzi di servizio per fini privati e ne aggirava la contabilità procurandosi un profitto da 5mila euro in carburante. Per questo con le accuse di peculato, truffa aggravata, corruzione e falsità ideologica è finito agli arresti domiciliari Santino Rivano, capo dei vigili urbani di Portoscuso, nel Sulcis, dal 2004. Il provvedimento è del Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Cagliari su ordine del tribunale di Cagliari.I fatti contestati risalgono al periodo che va da marzo 2015 a novembre 2017, una complessa indagine avviata da alcuni esposti anonimi provenienti da cittadini.

Insieme a lui sono indagati anche un 41enne residente a Cagliari e un 63ennne di Portoscuso. Il primo è accusato di turbativa d’asta, il secondo di truffa, reati commessi in concorso con Rivano. Secondo gli investigatori dell’Arma, il capo dei vigili avrebbe minacciato di multare o di impedire la vendita ad alcuni commercianti di frutta, verdura e fiori, facendosi consegnare merce senza pagarla. Insieme al 63enne, titolare di un distributore di benzina nel Sulcis, si sarebbe poi appropriato di 2.850 litri di carburante, per una valore di 4.887 euro, senza caricarli nell’auto di servizio. Per farlo avrebbero segnato sulla “fuel car” del Comune un quantitativo di benzina superiore a quello realmente inserito.

Il comandante dei vigili è anche accusato di peculato per aver utilizzato l’auto di servizio per scopi personali. “In particolare utilizzandola per raccogliere merce dai commercianti irregolari e per trasportarla presso la sua abitazione – si legge nel capo di imputazione dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla Gip del tribunale di Cagliari, Maria Cristina Ornano – per accompagnare operai presso la sua abitazione per l’esecuzione di lavori, per accompagnare o raggiungere giovani uomini con cui avere rapporti sessuali; per accompagnare il figlio dalla propria abitazione al luogo di lavoro e per recarsi fuori dal territorio comunale esclusivamente per esigenze personali o comunque familiari”.

Oltre 400 multe distrutte.

Sono oltre 400 i verbali per violazioni al codice della strada distrutti o occultati affinché non andassero in pagamento, quelli contestati a Santino Rivano. Alcune delle multe “scomparse” erano state elevate ad autotrasportatori per il mancato uso delle cinture, altre erano scattate nei confronti di privati cittadini, altre ancora a parenti o amici di parenti del comandante dei vigili. A Rivano viene anche contestata la turbativa della gara d’appalto per l’ampliamento dell’impianto di videosorveglianza del Comune, per la quale aveva chiesto e ottenuto lo stanziamento di 100mila euro per l’installazione di nove telecamere. Rivano era responsabile unico del procedimento e direttore lavori e avrebbe “indirizzato” la gara verso la ditta di uno degli indagati, un 41enne di Cagliari, vinta poi con l’importo di 93.574 euro. Il comandante, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato di 62mila euro, denaro che corrisponde alla differenza tra quanto pagato per fornitura e installazione delle telecamere e il valore effettivo.

 

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