Cagliari, truffa per finte assicurazioni, denunciati responsabili e contraenti

Esercitavano abusivamente l’attività assicurativa proponendo polizze senza mandato, senza autorizzazioni e con dati inventati o parzialmente falsi: quattro persone, titolari di una agenzia assicurativa abusiva, sono state denunciate dopo due anni di indagini per aver messo in piedi un articolato sistema di frode.

L’operazione ‘Danger insurance’ condotta dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Procura della Repubblica di Cagliari, ha individuato l’agenzia abusiva che lavorava nell’hinterland Cagliaritano: sono state scoperte oltre 800 polizze assicurative false per un valore complessivo di 400 mila euro; oltre ai quattro responsabili dell’esercizio commerciale sono stati denunciati per frode assicurativa anche i 382 contraenti delle polizze.

I quattro, come appurato dai finanzieri del gruppo Tutela economia del Nucleo di Polizia tributaria, esercitavano abusivamente, in concorso tra loro, l’attività di intermediazione in materia assicurativa senza alcun mandato e in assenza delle prescritte autorizzazioni dell’Ivass (istituto per la vigilanza sulle assicurazioni). L’operazione è scaturita da una accurata attività di intelligence sul territorio che ha consentito di individuare, a causa del sospetto elevato numero di clienti soprattutto stranieri, l’agenzia che forniva servizi a condizioni finanziarie estremamente competitive.

Da una prima analisi dei documenti della società è emersa la totale assenza dei requisiti per l’esercizio dell’attività; il collegamento con altre realtà note del settore come Linear, Unipol, Direct line, Genialloyd, Groupama, Allianz, Zurich, Cattolica, Quixà, Helvetia era del tutto falso, in quanto privo delle autorizzazioni Ivass e dei mandati di rappresentanza delle compagnie assicurative.

Il sequestro di tutta la documentazione poi ha consentito di individuare i responsabili e mettere il luce l’intero sistema di frode: la finta agenzia pubblicava nella vetrina della propria sede l’annuncio di forti sconti per le diverse forme di copertura assicurativa con l’obiettivo di attirare nuovi clienti. Una volta all’interno, il potenziale cliente era indotto a pensare di trovarsi di fronte ad un operatore “multimarca”: in realtà i responsabili operavano semplicemente in nome e proprio conto, cercando le migliori offerte commerciali direttamente su internet. Individuato il preventivo più adatto, veniva messo in atto l’accordo fraudolento tra l’operatore ed il contraente: per ottenere gli sconti, i moduli dei preventivi venivano modificati con dati personali non veri o completamente inventati in modo da raggiungere una forte diminuzione del premio assicurativo. Si mentiva su età, residenza, appartenenza a pubbliche amministrazioni: fra le tante situazioni anomale, ad esempio, un cinese che sosteneva di lavorare per l’esercito italiano. A quel punto, il veicolo per il quale era stato stipulato il contratto risultava effettivamente assicurato: anche da controlli incrociati sulle diverse banche dati (come, ad esempio, telecamere delle zone ztl, autovelox, tutor, telepass, autoscan) o anche mediante semplici applicazioni per smartphone, risultava che gli automezzi interessati erano del tutto in regola con gli obblighi in tema di assicurazione per responsabilità civile. L’illecito emergeva solo in caso di incidente: in questo caso le compagnie assicurative, riscontrata la palese difformità tra l’identità anagrafica dichiarata nella polizza e quella reale, e rilevata la frode, erano costrette a disconoscere il pagamento di qualsiasi risarcimento.

Al termine dell’indagine, durata più di due anni, tutti i 382 soggetti sottoscrittori di oltre 800 polizze assicurative stipulate attraverso il sistema fraudolento sono stati denunciati per frode assicurativa. Altre indagini hanno appurato anche che i responsabili dell’agenzia abusiva, nell’inoltrare le pratiche assicurative alle sedi centrali delle compagnie, apportavano all’insaputa dei contraenti alcune modifiche ai preventivi, diminuendone il costo ed intascando la differenza, pari a circa 100, 150 euro a polizza. In questo modo i responsabili riuscivano ad appropriarsi illecitamente di oltre 65.000 euro.

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