TRENT’ANNI FA. Villa di lusso in Costa Smeralda? Al computer si vede in 3D

Sognare una villa in Costa Smeralda? Per molti italiani negli anni Ottanta era il miraggio delle vacanze perfette: mare cristallino, scenari incantevoli e l’illusione di far parte, anche se solo per pochi mesi all’anno, del jet set internazionale, i vip, la gente che conta. Sognare non costa nulla: e così al Consorzio Costa Smeralda, società che anche oggi gestisce il turismo e gli affari in questo paradiso di Sardegna, già negli anni Ottanta pensarono di dare forma ai desideri degli italiani. Come? Con il computer, strumento che trent’anni fa era manovrato solo dalle mani di pochi esperti di informatica, di certo lontanissimo dall’uso quotidiano odierno.

Era l’estate del 1987, la Costa era immersa in pieno nella stagione estiva. C’erano Marta Marzotto, la famiglia Vuitton, gli Agnelli, i Barilla, i Donà delle Rose e naturalmente l’Aga Khan, il ricchissimo principe ismaelita-britannico che agli inizi degli anni Sessanta trasformò i Monti di Mola galluresi nella Costa Smeralda.

In quei giorni alcune delle agenzie che facevano capo al Consorzio misero in vendita grandi terreni in prossimità del campo da golf: lotti dai due mila fino ai sei mila metri quadrati, dove si potevano costruire semplici appartamenti oppure ville da sogno di 500 metri quadrati.

Ed è qui che intervenne, allora, il “diabolico computer”, come lo chiamò il Corriere della Sera in un articolo comparso sulle pagine ‘Economia’ del 15 agosto a firma Renato Gentilini: gli aspiranti acquirenti potevano sì immaginare e disegnare la villa che avrebbero potuto realizzare in quel terreno, ma grazie a una tecnologia nuovissima potevano anche vederla con i loro occhi. Il Consorzio all’epoca ebbe l’intuizione di applicare in architettura software che da tempo erano già utilizzati nel campo aerospaziale.

costa-smerLa novità, un computer con visualizzazione tridimensionale, serviva per pianificare l’espansione del complesso gallurese, regolato da precise norme urbanistiche, ma anche a dare forma, dimensioni e colori ai progetti di costruttori e turisti.

Con il computer si poteva dunque mostrare la casa non ancora realizzata, la vista su mare e montagne, le vedute dal mare e dai territori circostanti.

Da allora la tecnologia ha fatto progressi enormi: dalla fine degli anni Ottanta architetti e ingegneri hanno iniziato ad usare software per la modellazione 3d più accessibili, e da qui la ricerca ha portato ad avere strumenti sempre più evoluti e alla portata di tutti.

Nel frattempo in Costa non molto è mutato: diversi i nomi dei proprietari delle ville e degli inquilini che le abitano, ma l’idea di un villaggio immerso tra verde, monti e mare e riservato a pochi facoltosi che arrivano da lontano non è cambiata.

Francesca Mulas

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