Terroristi pakistani a Olbia. La Dda: “Rapporti diretti con Bin Laden”

Olbia base sarda del terrorismo pakistano. Così risulta dall’indagine portata avanti dal 2005 al 2012 della Dda di Cagliari e della Digos sassarese.

Olbia base sarda del terrorismo pakistano. È questa la prima certezza dell’indagine che la Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Cagliari e la Digos di Sassari hanno portato avanti dal 2005 al 2012. All’alba di oggi l’epilogo con tre arresti nel capoluogo della Gallura, più altre 15 ordinanze di cautelare emesse verso altrettanti pakistani residenti nelle province di Bergamo, Roma, Frosinone, Civitanova Marche e Foggia (qui tutti i nomi).

I dettagli dell’operazione li ha spiegati, in una conferenza stampa, il procuratore capo di Cagliari, Mauro Mura, accompagnato dal sostituto Danilo Tronci. Presenti pure il capo della Digos di Sassari, Mario Carta, il questore del Nord Sardegna, Pasquale Errico, e il responsabile dell’antiterrorismo di Cagliari, Gianluca Andreini.

Intanto: la base di Olbia aveva un boss. Il suo nome è Khan Sultan Wali, classe ’76, commerciante di professione, con negozi anche a Roma. Ma Wali aveva scelto Olbia per la sua attività terroristica portata avanti finanziando “le cellule cugine di Al Qaeda – ha detto Mura -. Ma dalle intercettazioni sono risultati rapporti diretti anche con Osama Bin Ladenucciso dagli americani il 2 maggio 2011 dalle teste di cuoio americane, con l’operazione Neptune Spear. Il particolare, tuttavia, si conosce solo adesso, a quattro anni dalla morte dello sceicco del terrore, perché tanto tempo c’è voluto per sbobinare le conversioni telefoniche, quasi tutte in dialetto pakistano. E infatti la Polizia ha dovuto reclutare fidatissimi traduttori della comunità di Islamadad in Italia.

Di certo, Wali era a Peshwar, in Pakistan, peraltro la sua città, quando il 28 ottobre 2009 venne compiuto l’attentato al mercato “con oltre 100 morti e decine di feriti”, ha sottolineato ancora Mura. Insomma, quella che aveva garantito il commerciante residente a Olbia era una sorta di supervisione sul massacro di donne e bambini soprattutto: tanto che l’uomo è accusato di strage. E l’obiettivo di quella morte seminata in pieno giorno era “fermare la rappresaglia del governo pakistano contro Al Qaeda”, ha continuato il procuratore capo. Peshwar è a nord-ovest della capitale Islamabad, a circa 200 chilometri di distanza.

Quanto al finanziamento delle cellule terroristiche, le modalità erano due: da un lato i proventi arrivavano facendo “entrare in Italia, illegalmente, sia pakistani che afghani, e per ogni ingresso garantito venivano chiesti tra i 6mila e i 7mila euro; dall’altro si organizzavano collette per finti scopi umanitari”.

Oltre Wali, i pakistano arrestati a Olbia sono Khan Imitias, nato a Swabi nel ’75, e Muhammad Siddique, classe ’78, anche lui di Swabi.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

 

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