Sono nove, al momento, i pakistani arrestati tra Olbia, Bergamo, Roma, Macerata, Frosinone e Foggia. A vario titolo sono accusati di strage, associazione a delinquere con finalità di terrorismo, associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti volti a favorire l’illegale ingresso, soggiorno e permanenza nello Stato Italiano. Tuttavia le ordinanze di custodia cautelare emesse sono 18. Ma tre extracomunitari sono risultati irrintracciabili, forse sono già all’estero. Due arresti, invece, potrebbero essere chiusi in queste ore. Perché la polizia sarebbe sulle tracce dei presunti stragisti. L’operazione, come noto, è coordinata dalla Dda di Cagliari in collaborazione con la Digos di Sassari. Ma ha lavorato anche la Direzione centrale della Polizia di prevenzione.
A Olbia sono finiti in manette in tre. Il capo della cellulare vicina ad Al Qaeda si chiama Khan Sultan Wali, nato a Peshwar il 5 febbraio del ’76. Nell’immagine sotto un ritratto di famiglia. Wali è il secondo da sinistra.
Nel capoluogo gallurese la Polizia ha fermato pure Khan Imitias e Muhammad Siddique. Entrambi sono di Swadi. Il primo è nato il 20 settembre del 75; il secondo il 25 marzo del ’78.
A Roma è stato arrestato invece Mir Niaz, nato a Tordher, il 1° gennaio ’74. A Foggia le manette sono scattate per il pakistano Khan Ridi Yahya, nato a Laghman il 1° febbraio ’78. A Sora, in provincia di Frosinone, l’arresto di Zaher Ul Haq, nato a Mardan il 28 marzo ’63. A Verdellino, in provincia di Bergamo, il fermo dell’imam Zulkifal Hafiz Muhammad, altra figura di primo piano dell’operazione. L’uomo, nato a Swabi il 29 settembre ’72, è stato rintracciato a Verdellino. Ancora: a Civitanova Marche (Macerata) gli arresti di Shan Zubair, nato il 1° gennaio ’76 e di Ghani Sher, nato a Swabi il 30 gennaio ’58.