Terrorismo, scoperte due cellule jihadiste: 14 arresti, 3 in Sardegna

Operazione antiterrorismo in diverse regione italiane, tra le quali la Sardegna, coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. L’indagine, condotta dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza ha portato all’emissione di 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti soggetti accusati, a vario titolo, di far parte di una rete di supporto alle formazioni combattenti di matrice integralista islamica operanti in Siria. In particolare gli arrestati farebbero parte di due  cellule legate all’organizzazione qaedista siriana Jahbat Al Nusra. Secondo quanto accertato dagli investigatori, le due cellule, che operavano in Sardegna e Lombardia, erano autonome ma avevano un punto di contatto: un soggetto che aveva rapporti con entrambi i gruppi.

L’operazione è scattata al termine di due distinte indagini, coordinate dalla Procura nazionale: una condotta dagli uomini dello Scico e della Guardia di Finanza di Brescia, l’altra dal Servizio contrasto al terrorismo esterno dell’Antiterrorismo della Polizia. Il lavoro degli uomini delle Fiamme Gialle ha consentito di scoprire un’associazione a delinquere composta da 10 siriani e finalizzata al riciclaggio e all’abusiva attività di erogazione dei servizi di pagamento in diversi paesi, europei e non: oltre all’Italia, la Svezia, l’Ungheria e la Turchia. Per due di loro, inoltre, è scattata la contestazione di finanziamento al terrorismo: avrebbero raccolto fondi all’interno delle comunità islamiche per poi inviarli in Siria per il sostentamento dei gruppi terroristici. Secondo gli inquirenti, il giro di denaro mosso dall’organizzazione supera i due milioni di euro, riciclati attraverso la creazione di una rete di money transfer illegali.

L’indagine della Polizia ha invece portato la Digos di Sassari, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Cagliari, ha eseguito diverse perquisizioni e tre arresti a Olbia. In manette sono finiti il marocchino Lahoucine Ait Wahmane, 53 anni, e i siriani Anwar Daadoue, di 46, e Mustafa Chadad, di 45. I tre sono stati arrestati in un appartamento di via Campidano, a Olbia. Con loro, è accusato di far parte della cellula gallurese anche un altro siriano di 46 anni che risiedeva a Olbia fino a poco tempo fa, per poi trasferirsi in Svezia ed essere fermato in Danimarca dove si trova detenuto su mandato d’arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria di Tempio Pausania per un altro procedimento a suo carico. Tutti facevano parte dell’altra cellula di supporto a Jabhat al Nusra. Agli uomini arrestati in Gallura sono contestati i reati di associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva.

“Dio sia con loro. Loro combattono per amore, per Dio”. Così due dei tre uomini arrestati a Olbia nell’ambito dell’operazione nazionale antiterrorismo inneggiavano all’organizzazione jihadista siriana, parlando fra di loro al telefono. Parole che sono state intercettate e registrate dagli investigatori. “Jabhat al Nusra è l’unica che è nel giusto, è l’unica che applica la sharia”, si sente ancora nelle conversazioni fra i siriani intercettati. Nel corposo numero di colloqui telefonici registrati dagli inquirenti, emerge l’adesione ideologica degli arrestati alle organizzazioni fondamentaliste operanti in Siria. Nelle telefonate gli accusati seguono da vicino l’evoluzione della guerra civile siriana e dimostrano, con grande partecipazione emotiva, la loro vicinanza ideologica alle formazioni antigovernative: commentano con entusiasmo le azioni dei guerriglieri, esaltando i successi militari di Al Nusra e si scambiano una serie di informazioni aggiornate e particolareggiate su quanto avveniva sul fronte di guerra.

 

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