Un Rolex messo all’asta davanti a tutti i fedeli, al termine della messa domenicale. Non è passato inosservato il gesto di don Antonio Tamponi, parroco della cattedrale di Tempio Pausania e neo direttore della Caritas diocesana. Secondo quanto spiegato dallo stesso sacerdote, l’asta è stata fatta con un nobile intento: acquistare venti agnelli da regalare ai poveri per Pasqua. Ma la comunità civile ed ecclesiale è spaccata in due. Non tanto per lo scopo caritatevole del gesto, quanto per la sua eccentricità. Così nella cittadina gallurese c’è chi appoggia il parroco e chi invece lo critica senza mezzi termini, citando un famoso passo del vangelo di Matteo riferito alle opere di carità. “Guardatevi dal fare la vostra elemosina davanti agli uomini, per essere da loro ammirati; altrimenti voi non ne avrete ricompensa presso il Padre vostro, che è nei cieli”.
Da parte sua, il parroco si difende dall’accusa di essere stato “poco evangelico”. Questa mattina è intervenuto nel corso di un programma radiofonico su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’università degli studi Niccolò Cusano. “Questo Rolex – ha spiegato – me lo hanno regalato quando fui ordinato sacerdote. Quando diventai parroco, il vescovo mi disse che non era bene che un sacerdote avesse un Rolex. Promisi, quindi, che se fosse aumentata la povertà lo avrei donato”. E così ha fatto domenica scorsa, pochi giorni dopo la sua nomina come direttore dalla Caritas della diocesi di Tempio Ampurias. “L’ho messo all’asta in cambio di cibo per i poveri – dice -. Ogni cosa che fa un prete diventa un caso. Quelli che mi hanno difeso di più in questo caso sono gli atei, i pensatori, gli intelligenti. Tra i fedeli, invece, alcuni mi hanno accusato di averlo fatto per pubblicità”. Ma non solo. Sembra che il parroco abbia anche dovuto fronteggiare le critiche degli animalisti. La sua risposta è stata lapidaria: “Mi dispiace tanto per loro, ma la Pasqua si celebra con l’agnello”.
Michele Spanu
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