Stop del Banco all’operazione San Raffaele. Il Comune decide di espropriare

Banco di Sardegna e Sardaleasing non hanno ancora dato il via libera per l’acquisto da parte del Qatar dell’ospedale ex San Raffaele. Per questo motivo oggi il Consiglio comunale di Olbia ha deliberato in via di urgenza il procedimento di esproprio per l’edificio e i 60 ettari di terreno che circondano l’ospedale fondato da Don Verzè. La procedura di esproprio vincola ora l’istituto di credito sassarese a dare il via libera alla cessione dell’area e dell’ospedale alla Qatar Foundation of Endowment per una cifra di 30 milioni di euro per lo stabile e 3,6 milioni di euro per i terreni. Un colpo di scena clamoroso nella vicenda dell’ex San Raffaele e un incredibile passo indietro della banca capofila del pool di istituti di credito che ha trasformato il Consiglio comunale di Olbia in una polveriera. Il Banco di Sardegna e la Sardaleasing sono infatti i capofila del pool di banche che detengono gli asset della Fondazione Monte Tabor sottoposti a procedura fallimentare dopo la morte di Don Verzè e il crac finanziario della sua Fondazione. Ma mentre Unicredit, Intesa e Mediocredito, gli altri tre istituti bancari coinvolti, hanno dato il via libera, Banco di Sardegna e Sardaleasing, gli istituti sardi, non hanno mai formalizzato l’accordo. Da qui la decisione del Consiglio comunale di Olbia di agire in via amministrativa per mettere Banco e Sardaleasing davanti a una procedura di pubblica utilità che di fatto li costringerebbe a dare seguito all’accordo.

Scanu: “Da Banco di Sardegna e Sardaleasing un comportamento vergognoso”

Il Qatar non ha certamente preso bene questa retromarcia. Da qui la presenza del plenipotenziario della Qatar Foundation of Endowment, Lucio Rispo, al Consiglio comunale di Olbia. Ma gli attacchi sono arrivati direttamente da Giampiero Scanu, parlamentare e consigliere comunale del Pd, soprattutto protagonista negli anni della vicenda San Raffaele e padre morale della nascita del nuovo ospedale. Saranno fischiate le orecchie a qualche maggiorente del Pd e, senza che sia stato nominato, inevitabilmente si pensa a quel gruppo di potere che fa capo alla Fondazione Banco di Sardegna e che porta in tasca la tessera dello stesso Partito Democratico. “Oggi il Consiglio comunale di Olbia esercita una funzione di supplenza prendendo il posto di chi, avendo il dovere di farlo, non lo ha fatto – attacca Scanu – perché il Qatar ha nella sua disponibilità l’edificio ma non i terreni. Il Banco di Sardegna e Sardaleasing non hanno dato una risposta. Parliamo di una zona agricola che il Comune di Olbia ha trasformato in area G, esclusivamente per servizi ospedalieri. Cosa aspettano, cosa vogliono ottenere questi due istituti di credito? Questa è la nostra risposta. Se non vendete, noi ve li espropriamo. Queste due banche possono impedire quello che vuole la Sardegna, l’Italia, il Vaticano? Qui non parliamo di una bisca o di fabbriche che avvelenano, ma di un ospedale e di un centro di ricerca. Ma si vergognino, approfittano di Olbia in ginocchio dopo l’alluvione. Forse sarà l’ultimo passaggio della mia attività politica, ma sono sicuro che non ci fermeranno”.

Un accordo il 10 agosto, poi più nulla. L’ombra di boicottaggi

A rendere più chiaro l’iter della vicenda è il presidente del Consiglio comunale di Olbia, Vanni Sanna. “Abbiamo contattato il pool di banche nei mesi scorsi e il 10 agosto c’era stata l’accettazione per iscritto da parte di Franco Rabitti, presidente di Sardaleasing, come capogruppo delle banche interessate – spiega Sanna – alcuni l’hanno considerata come accettazione di un’offerta e titolo preliminare, equivalente a una immissione in possesso, solo che poi tutto ciò non è stato formalizzato”. Dal Qatar, ovviamente, nessun commento ufficiale. Rispo mantiene un profilo rigorosamente alto, senza rilasciare dichiarazioni. Ma dall’entourage emergono indiscrezioni, non confermate, secondo le quali il presidente di Sardaleasing sarebbe andato in ferie senza far sapere più nulla. E comunque il Banco di Sardegna avrebbe assunto un atteggiamento attendista che, certamente, poco si addice alla rapidità della procedura intrapresa dalla politica (Giunta e Consiglio regionale, Governo) per far arrivare l’ex San Raffaele targato Qatar e Bambin Gesù allo striscione dell’arrivo.

Il Comune dà il via libera alla variante per le nuove opere e alla procedura di esproprio per pubblica utilità. Il Qatar pagherà per le spese ed eventuali contenziosi

Il Consiglio comunale ha dunque preso atto della Variante al Piano attuativo per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero proposta dalla Società Innovation Arch, cofirmataria con la Qatar Foundation of Endowment dell’Accordo di Programma con la Regione e di procedere all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, nei confronti dei proprietari delle aree, ove sono previste le opere in progetto di pubblica utilità. Il Qatar si farà carico di tutte le spese, pagando tutte le somme necessarie per l’acquisizione delle aree in oggetto e che lo stesso – e nello specifico la società Innovation Arch Sarl o altra società dalla medesima indicata e delegata – si impegnerà a coprire tutte le spese che saranno sostenute, anche in relazione ad eventuali contenziosi che dovessero sorgere durante il procedimento. La Variante al Piano attuativo, nello specifico, prevede le volumetrie che configurano la fotografia del futuro San Raffaele: un aumento volumetrico sul lato dell’ala ovest per l’edificio ospedaliero, individuando anche future volumetrie per un ulteriore sviluppo; conferma per la centrale Termo-frigorifera con Cogenerazione; i volumi per le residenze dei medici e la costruzione di una Scuola per infermieri; hotel per ospitare l’attività convegnistica e i partecipanti ai convegni; un centro sportivo con possibilità di inglobare future e ulteriori volumetrie in una fase di sviluppo; infine viabilità, reti elettriche e fognarie.

Giandomenico Mele

IL DOCUMENTO: LE FOTO DELLA SIMULAZIONE DEL NUOVO SAN RAFFAELE

Ex San Raffaele, la Qatar Foundation: “Per noi è tutto ok, i lavori inizieranno a giorni”

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