Le “spese inammissibili” della Camera di commercio: terremoto in arrivo?

Una lunga serie di spese “inammissibili”, con “profili di danno erariale”. Addirittura una “vicenda imbarazzante”. I revisori dei conti della Camera di commercio di Cagliari non usano mezzi termini sulla gestione. E – riporta l’Unione sarda oggi in edicola – pongono dubbi molto seri e gravi sulla gestione dell’ente presieduto da Giancarlo Deidda (nella foto) e gestito, sul piano amministrativo, dal segretario generale Luca Camurri.

La “vicenda imbarazzante” è legata alla realizzazione dell’arredo verde – alberi e altre piante ornamentali – in occasione dell’ultima edizione della Fiera di Cagliari. Per un costo – si viene a sapere – di 56mila euro più Iva pagati a una società piemontese, la Marino Fiori di Rivoli. Un appalto assegnato senza alcuna gara e, a quanto pare, senza alcuna delibera. Alla richiesta di spiegazioni, il segretario generale si sarebbe limitato a rispondere di essersi rivolto alla ditta, che ha sede nella stessa regione di cui è originario, perché l’ha ritenuta “affidabile”.

Molte perplessità anche sull’affidamento – “in via diretta” e “senza il ricorso alle procedure a evidenza pubblica prescritte dalle norme nazionali e comunitarie” – alla società Icout sourcing Scrl della “gestione del protocollo e del servizio di informazione promozionale”. I revisori fanno notare in proposito che gli affidamenti esterni (questo costa 182.400 euro più Iva) possono essere attuati quando è dimostrato che una determinata attività non può essere svolta utilizzando le risorse interne. Ma in questo caso il presupposto non pare motivato. D’altra parte nei giorni scorsi lo stesso segretario generale Camurri avrebbe annullato l’affidamento. Altri problemi per l’assegnazione, per una somma pari a oltre 134mila euro, del “servizio di assistenza e supporto agli uffici camerali” alla Camcom Universitas Mercatorum.

Una lista lunghissima. Che comprende la rendicontazione di progetti per oltre 120mila euro al Centro Servizi per le Imprese, la scoperta di due fatture dello stesso importo (10.067 euro) emesse dallo stesso consulente senza che venga chiarita la natura dell’attività svolta, l’affidamento a uno studio legale (per 17mila euro) dell’attività di tutoraggio in materia di diritto del lavoro. E le spese delle società controllate, Come la Sardegna Fiera che, pur essendo inattiva, continua a creare oneri. Sarebbe previsto un gettone di presenza di 800 euro a seduta e un compenso per gli amministratori. Forti perplessità anche sul Centro per il commercio estero della Sardegna, i cui organi sono scaduti fin dal 2008, ma nei confronti del quale la Camera di commercio avrebbe un debito di 730mila euro.

Durissimo il rilievo dei revisori sui contratti stipulati: “Non tutti – sottolineano i revisori – vengono annotati nel registro, con grave nocumento dell’attività di verifica contabile. Mancano contratti di consulenza, non risulta registrato il contratto di ristrutturazione del bagno al primo piano (…). Permane una situazione di grave irregolarità”.

L’Unione sarda – nell’ipotizzare che stia per scatenarsi “un terremoto” – riferisce che sulla vicenda si sono accesi i riflettori della Corte dei Conti anche in seguito a un esposto presentato da uno dei consiglieri camerali, Mario Stevelli.

 

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