Solidarietà verso gli ultimi della società: nell’Isola l’iniziativa ‘Un pasto al giorno’

Garantire l’alimentazione a chi vive in condizioni di difficoltà e non può permettersi nemmeno di mangiare. È questo l’obiettivo della Comunità Papa Giovanni XXIII che ritorna in Sardegna con l’iniziativa solidale ‘Un pasto al giorno e sharing humanity’ che il 21 e 22 settembre sarà presente in numerose piazze dell’Isola con l’obiettivo di mettere in atto un’azione concreta a sostegno di coloro che tutti i giorni devono fare i conti con la scarsità delle risorse e favorire una maggiore consapevolezza sui temi della lotta agli sprechi all’interno della vita quotidiana. In cambio di un’offerta libera a sostegno dei progetti alimentari della comunità, si potrà ricevere il terzo volume del libro #iosprecozero che propone nelle sue pagine di carta riciclata al 100 per cento una serie di consigli, storie e riflessioni su come ogni giorno si può fare la differenza anche solo con piccole attenzioni e con una visione diversa su ciò di cui si dispone: dalla gestione del cibo, degli oggetti, del tempo, fino al modo in cui affrontiamo la vita, risorsa preziosa per eccellenza.

Nel volume pubblicato quest’anno, viene trattato il tema della ‘sharing humanity’ che si concentra sulle strategie di condivisione delle risorse, rese possibili anche dallo sviluppo tecnologiche: “Bisogna superare – afferma il presidente Giovanni Ramonda – l’approccio legato solo al risparmio e al guadagno. Il bello della condivisione è soprattutto nella relazione con l’altro e nel fatto che ognuno di noi può contribuire a farla crescere, impegnandosi in prima persona, interpretandola in modo innovativo, ampliando la sua azione e i suoi effetti sulla società in cui vive. Condividere è uno stile di vita che ci fa vivere insieme agli altri, agli ultimi, combattendo le ingiustizie e le distorsioni della società”.

Tutto quello che verrà raccolto nel corso dell’evento servirà continuare a garantire i 7 milioni e mezzo di pasti che ogni anno vengono assicurati alle 5 mila persone, accolte nelle oltre 500 realtà di accoglienza che la Comunità possiede in tutto il mondo, e a tutte quelle persone che si rivolgono in cerca di aiuto nelle mense per i poveri o nei centri nutrizionali. E questa è solo una parte dell’impegno per aiutare chi deve fare i conti con la malnutrizione o chi ha bisogno di non essere lasciato solo. Un problema che si fa sentire anche in Sardegna, dove la percentuale di famiglie in condizioni di povertà relativa è il 19,3 per cento (dato Istat sul 2018).

In Sardegna la Comunità è attiva con quattro realtà – tra case famiglia, case di accoglienza, centri di aggregazione e altro – e sono circa 30 le persone che nello scorso anno vi hanno trovato un punto di riferimento capace di fare la differenza nelle loro vite. “La Comunità Papa Giovanni XXIII – continua Ramonda – è fatta di persone comuni che hanno scelto di mettere la loro vita al fianco degli ultimi, condividendo la casa, le risorse e il tempo, ogni giorno, con chi non ha più nulla. Bambini senza genitori, persone con disabilità, vittime di sfruttamento sessuale o anziani soli, sentendosi accolti e amati, trovano la forza per realizzare il proprio potenziale e diventare una risorsa per quella società che li aveva scartati”.

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