Scuola sarda: dispersione e tablet. E accuse reciproche tra sindacati e Regione

Aumentano nell’Isola il numero di ragazzi che non studiano, né lavorano. La denuncia è dei sindacati della scuola, Cgil, Cisl e Uil che tracciano un quadro desolante. Nel 2009 in Sardegna – si legge in una nota- il tasso di giovani tra 15-29 anni che non studiano, non frequentano corsi di formazione e non lavorano era pari al 28%, con punte oltre il 30% nel nord dell’isola. E puntano il dito contro la Regione: la programmazione continua a considerare la scuola avulsa da tutte le emergenze che da anni caratterizzano il quadro economico-sociale dell’isola. Non tiene conto, infatti, dello spopolamento delle zone interne dell’isola, della precarietà e insufficienza dei trasporti, di una rete stradale ottocentesca, soprattutto della crisi occupazionale che ha messo in grave difficoltà economica le famiglie. In una situazione difficile come l’attuale – sostengono i sindacati- la scuola non può ritirarsi dalla frontiera sociale in nome della spending review, ma deve potenziare i suoi interventi per evitare che all’impoverimento economico si aggiunga quello formativo che impedirebbe definitivamente ai giovani di misurarsi sul mercato del lavoro con i loro coetanei europei.

La replica dell’assessore regionale all’Istruzione Sergio Milia. “Penso che sia solo desiderio di protagonismo quello che ha spinto i segretari dei sindacati della scuola ad attaccare la Giunta Capellacci ed in particolare l’operato del mio assessorato”.  Lo ha detto l’assessore Sergio Milia che rispedisce al mittente le accuse di Cgil,Cisl e Uil che accusano l’esecutivo regionale di non avere a cuore i problemi della scuola sarda.

L’intervento dei sindacati denota faziosità e  scarsa conoscenza degli interventi , prosegue Sergio Milia,  che questa Giunta ha portato avanti in questi ultimi due anni.

” Voglio solo ricordare – sottolinea Milia – l’investimento sul progetto di Scuola Digitale, che ha ricevuto il plauso del Miur. Gli investimenti sulla dispersione scolastica con 14 milioni di euro distribuiti alle scuole di ogni ordine e grado, finanziamenti sull’orientamento in uscita universitario e lavorativo, 35 milioni di euro destinati alle strutture scolastiche per messa in sicurezza  e recupero degli spazi destinati alle attività sportive.

Sul fronte del dimensionamento scolastico abbiamo accolto le proposte delle amministrazioni provinciali nel rispetto dei percorsi che le stesse hanno condiviso con i territori, rappresentati dai Sindaci dagli stessi sindacati che,  forse non comunicano  tra di loro nei diversi livelli, e dai dirigenti scolastici. Questi sono fatti che dimostrano che la scuola è al primo posto tra le tante preoccupazioni dei questa giunta. Il resto purtroppo sono solo chiacchiere”.

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