Scontro al veleno tra Michela Murgia e Barracciu per la “gaffe dei Satta”

Scontro durissimo su Facebook tra la scrittrice Michela Murgia e il sottosegretario ai Beni culturali Francesca Barracciu. A innescarlo, un post di Murgia sulla nota vicenda della “gaffe dei Satta”, lo scambio di persona (più precisamente di scrittori) fatto dalla Barracciu a Nuoro, quando ha confuso Sebastiano Satta con Salvatore Satta, attribuendo al primo uno dei classici della letteratura sarda – Il giorno del giudizio – che, come è noto, è stato scritto dal secondo.

Il giorno dopo la gaffe – quando su Barracciu fioccavano commenti ora ironici, ora sgomenti – era intervenuto Vassili Casula, addetto stampa del sottosegretario, che si era preso la colpa dell’errore. Versione confermata da Barracciu la quale ha precisato che, trovandosi all’estero (a Lisbona) per impegni istituzionali, non aveva potuto scrivere direttamente il discorso.

Fatto sta che la citazione del Giorno del giudizio come opera di Sebastiano anziché di Salvatore, è arrivata – durante il discorso di Nuoro – dopo che alla sottosegretaria era già stata fatta notare la confusione tra i nomi. E, insomma, l’eventuale errore dell’addetto stampa non è apparso a tutti una spiegazione sufficiente. Tanto più che non si tratta di un’opera minore, ma di una delle opera più importanti della letteratura sarda e non solo.

Michela Murgia, nel post pubblicato sabato alle 19,50, non si concentra tanto sull’errore, quanto sulla sua ‘riparazione’ : l’attribuzione della responsabilità all’addetto stampa. E lo fa con parole di fuoco: “La commiserazione – scrive – è un sentimento nobile che esiste per ricordarci che tutti possiamo dire una cosa miserabile ogni tanto. E’ solo quando cerchi di dare la colpa a qualcun altro (di solito più debole di te) che si capisce che a essere miserabile non era la cosa che hai detto. Eri proprio tu. Casomai ci fossero ancora dubbi, dico”.

Francesca Barracciu ha risposto nel primo pomeriggio di ieri: “Mi hanno segnalato un post al vetriolo. Penso che semmai miserabile sia colei che, persa miseramente la competizione elettorale, emerge miseramente da sotto terra solo per scaricare la propria ricca rabbia contro chi ha contribuito a far conoscere la sua misera consistenza politica, la sua misera conoscenza dei problemi della Sardegna, il suo livello stellare di demagogia ovvero contro chi ha contribuito a farla perdere. Uno, due volte, cento volte miserabile perché, dopo aver miseramente utilizzato a mani basse (e facendole anche contribuire economicamente) le persone in funzione del suo ricco delirio e del suo misero arrivismo, dopo essere stata miseramente “stracciata” sia dal centro sinistra che dal centro destra, ha miseramente abbandonato tutti coloro che si sono fatti incantare da lei, dalle sue dichiarazioni d’amore (evidentemente miseramente a scadenza elettorale) per la Sardegna, per tornare ai suoi AFFARI evidentemente ben più remunerativi dell’impegno politico quotidiano e del lavoro per mantenere fede alle tante parole da lei utilizzate,certo di alto livello culturale ma miseramente false. E allora ci si rende conto che misera non era solo la demagogia e la conoscenza dei problemi della Sardegna ma proprio lei. Casomai ci fossero dubbi, dico!”

Lo scontro su Facebook è in corso. Sulla pagina di Barracciu in particolare. Stamani il post aveva raccolto più di novanta like. Ma ne aveva raccolti pochi di meno (un’ottantina) un commento molto critico, a firma di Matias Rey: “Signora Barracciu. Al teatro Eliseo di Nuoro, ha confuso, ripetutamente, Sebastiano Satta (e le sue opere) con Salvatore Satta, scaricando le colpe per la gaffe commessa sul suo entourage (come se farsi scrivere i discorsi e ripeterli come un pappagallo non fosse abbastanza vergognoso). Oggi, leggo questo post che, forse, ha senso solo per Lei che lo ha scritto. Signora Barracciu, forse dovrebbe dare un po più peso a ciò che dice e/o scrive. In fondo Lei è Sottosegretario per i Beni e le Attività Culturali”.

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