Sciopero al Teatro Lirico, il sovrintendente: “Scelta incomprensibile”

 “Sono stupito, appare incomprensibile come all’indomani dell’incontro con i sindacati convocato dal sindaco Paolo Truzzu tutto venga vanificato e non si tenga conto degli impegni presi su diversi punti della trattativa”. Così il sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, Nicola Colabianchi, sulla decisione scaturita nel corso dell’assemblea dei lavoratori del Lirico di non revocare lo sciopero indetto dalle Rsu e da sei sigle sindacali. Decisione che mette a rischio le prime delle due prossime opere in cartellone, Mefistofele il 17 novembre e La bohème il 21 dicembre.

”Invece nel corso dell’assemblea sono emerse nuove richieste“, afferma il sovrintendente che ricorda: “Abbiamo dato ampia disponibilità all’inserimento dell’anzianità di servizio nel punteggio per i bandi sulla stabilizzazione dei precari, ancora sulla  trasparenza nella pubblicazione delle graduatorie, daremo soluzioni per quanto riguarda l’incremento della pianta organica funzionale”. Colabianchi mette in evidenza che “le nostre azioni sono sempre improntate nel rispetto delle norme e dei lavoratori. Da parte mia c’è sempre stato il massimo impegno dimostrato dall’acquisto per 300mila euro di nuovi strumenti, alla conciliazione di numerose cause, ai pochissimi giorni di cassa integrazione durante il Covid a fronte di mesi in altri teatri. Nonché alla firma di numerosissimi accordi che hanno risolto annosi problemi come il compenso per le domeniche lavorate, un accordo di 200mila euro per l’ aumento della produzione, l’intesa per un ulteriore milione e mezzo di euro in 18 mesi per l’ aumento della produttività giunto alla fine della discussione ma che lo stato di agitazione che permane ne impedisce la firma, per non parlare della tournée all’ estero appena conclusasi in gennaio e di una prossima nel 2024. Questo e altri sono dati incontrovertibili che non si possono negare”.

Sulla richiesta di convocazione di un nuovo tavolo Colabianchi precisa: “Non ho ricevuto alcuna comunicazione né un documento a seguito dell’assemblea”.

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