Sassari, Terralba e Assemini: mini viaggio nella dorsale dell’ICT sarda

Sessantasette aziende dell’ICT su centotrenta partecipanti. Il settore dell’Information and Communication Technology domina la terza edizione di Sinnova. Le imprese, quasi sempre di piccole dimensioni, sono sorte negli anni un po’ in tutto il territorio regionale, confermando una vivacità incoraggiante per l’economia isolana. Di seguito vi proponiamo un breve tour, in tre tappe curiose, che disegnano una dorsale dell’innovazione nella quale anche i centri medio piccoli giocano un ruolo importante.

Partendo da nord, a Sassari ha preso corpo Lifely, startup che vuole dare voce umana agli oggetti attraverso i social network. Da questa idea è nato WiPot, vaso wifi che informa il proprietario sullo stato di salute della pianta: temperatura, luminosità, umidità e livello dell’acqua; tutti i parametri sono poi inviati al social di Lifely che li trasforma in un messaggio. Al salone è stata lanciata la chat tramite Indoona di Tiscali. «L’idea – spiega Antonio Solinas – è nata dalla mia passione per l’internet delle cose. Il progetto ha valenza sociale ma può avere implicazioni pratiche perché può essere applicato anche all’orto urbano. Entro l’anno intendiamo avviare la produzione del vaso su scala industriale, avrà un involucro esterno in ceramica che proteggerà i sensori e gli attuatori».

E’ di un’azienda di Terralba, nell’Oristanese, invece il dispositivo più leggero al mondo nella sua categoria, 15 pollici, che si comanda con gli occhi. Il prodotto, destinato a migliorare la qualità della vita e il grado di indipendenza delle persone con handicap, è stato creato dalla startup Mesa Ideas. Nata nel 2013 dalla scommessa di due amici, Mauro Sanna e Alberto Melis, rispettivamente ingegnere informatico e tecnico hardware specializzato nella progettazione, ora è una realtà in espansione con cinque dipendenti.

L’ultima creatura è MU 15 Sagittarius, supercomputer con schermo HD racchiuso in una scocca ergonomica e resistente agli urti, provvista di maniglie, che si può installare pure sulle carrozzine e dal peso di nemmeno 3 chili.

«Si tratta di una potente macchina all-in-one – racconta Mauro Sanna – che per tecnologia e facilità d’uso è pressoché unica. Una lavagna-pc oculare che consente sia di trasformare il movimento oculare in messaggi sia di navigare su internet e usare molti programmi. L’intera architettura hardware e software, eccezion fatta per l’elettronica, è tutta realizzata in Sardegna. A breve puntiamo a espanderci nel mercato estero». Il dispositivo, distribuito in Italia da Medigas, soprattutto attraverso le aziende sanitarie è azionato dal software MesaGaze ideato sempre dall’azienda oristanese.

Ad Assemini troviamo la Spe Electronics. Qui è stato pensato e costruito SPEaK 2.0, sistema capillare che informa la popolazione nei casi di allerta meteo. Nell’isola del dissesto idrogeologico con 306 comuni su 377 totali esposti a rischi elevati, la soluzione proposta dall’azienda alle porte di Cagliari potrebbe costituire un valido aiuto in casi di pericolo. Il sistema si basa su un software che invia in pochi istanti dei messaggi preimpostati a degli speaker dislocati nei punti nevralgici di un centro abitato. Il prodotto permette al sindaco o agli amministratori di inoltrare l’allerta meteo dal proprio smartphone al software del sistema che lo gira a sua volta via radio nei punti audio prestabiliti. «Ci lavoriamo da circa due anni – sottolinea Maurizio Di Liberto – su input di diversi enti pubblici. Con diecimila euro un centro medio-piccolo può agevolmente dotarsi di questo prezioso strumento. Il software è confezionabile su richiesta del cliente, attualmente abbiamo collaborazioni con i comuni di Samassi e di Orgosolo, ma non è stato ancora commercializzato».

Giovanni Runchina

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