Sassari, barista ucciso con martellata. L’accusato ora è nel carcere di Bancali

Si trova nel carcere di Bancali, a Sassari, in attesa dell’interrogatorio di garanzia, Claudio Dettori, 24 anni, di Sassari, accusato dell’omicidio del barista 47enne Antonio Fara, il cui corpo è stato ritrovato ieri mattina all’interno del suo appartamento di via Livorno, a Sassari. Cercato per tutta la giornata sulla base di gravi indizi che portavano a lui, il giovane è stato rintracciato nella nottata mentre, seduto su una panchina, beveva una birra. Al momento del fermo si è rifiutato di parlare con gli investigatori, che attendono di conoscere la sua versione dei fatti quando, assistito dall’avvocato Giuseppe Scarpa, sarà interrogato. Intanto il Ris di Cagliari continua le indagini all’interno dell’appartamento con l’obiettivo di chiarire la dinamica dell’assassinio e l’arma utilizzata per il delitto. Sì ipotizza che Antonio Fara sia stato tramortito con un colpo alla testa, ma sul corpo sono state rintracciate ferite provocate da oggetti diversi. A facilitare il lavoro degli investigatori sono state le immagini delle telecamere installate all’interno del condominio e in alcune strade vicine, che individuano il presunto assassino sul luogo del delitto in orari compatibili con quello del decesso del barista, stabilito dal medico legale Salvatore Lorenzoni, che lunedì effettuerà l’autopsia nell’istituto di Patologia forense dell’Università di Sassari. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu sono state eseguite dal reparto operativo del comando provinciale di Sassari, allertato ieri mattina dai vigili del fuoco, che a loro volta erano stati contattati da un nipote della vittima, preoccupato per il fatto che il barista non si fosse presentato al lavoro e non rispondesse al telefono.

Le ipotesi

Fara è stato ucciso con un colpo di martello, forse al termine di un diverbio nel corso del quale gli sono state inferte altre ferite al corpo, provocate da oggetti diversi. Sebbene ancora non sia stata ritrovata l’arma del delitto, è quanto emerge dagli sviluppi delle indagini condotte dai carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Sassari, guidato dal tenente colonnello Diego Polio, e coordinate dal sostituto procuratore Porcheddu con la supervisione del procuratore di Sassari, Gianni Caria. Dettori si era allontanato volontariamente dai suoi familiari e aveva scelto di vivere da nomade, frequentando non di rado le strutture di accoglienza della Caritas diocesana. Appassionato praticante di arti marziali, per la sua turbolenza era stato allontanato dalla palestra in cui si allenava. Da qualche giorno Fara, conosciuto in città per il suo impegno in favore dei diritti – è stato tra l’altro tra i fondatori del Movimento omosessuale sardo – e degli ultimi, l’aveva accolto in casa sua. L’omicidio ha generato grande sgomento e commozione in città.

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